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Definizione di H3R

Il sottotipo H3R fu descritto per la prima volta nel 1983 da Arrang e colleghi ed il gene che codifica per tale recettore è localizzato sul cromosoma umano 20 (Lovenberg et al., 1999). H3R è una proteina di 49 kDa e di 445 aminoacidi, per la quale sono state descritte diverse isoforme che si differenziano nella lunghezza, nei domini NH2- e C-terminali e nella sequenza di il3, oltre che la presenza di distinte delezioni a livello dei TM.
L’attivazione di H3R, accoppiato alla proteina di tipo inibitorio Gi/o, coinvolge un largo numero di segnali intracellulari che determinano l’inibizione dell’adenilato ciclasi (Lovenberg et al., 1999), l’attivazione delle proteine chinasi mitogeno-attivate (MAPKs),attivate dai mitogeni p44/p42 (Drutel et al., 2001) e l’inibizione della proteina di trasporto (antiporto) Na+/H+ (Silver et al., 2001). H3R è localizzato principalmente a livello centrale, ove agisce come un recettore pre-sinaptico coinvolto nel controllo della sintesi, del rilascio e del turnover di HA e nell’attività delle cellule istaminergiche (Parmentier et al., 2006) ma è presente anche nel sistema nervoso periferico (SNP), sul quale esercita un’influenza tonica sia in vitro che in vivo. A livello del SNP, H3R è localizzato nelle terminazioni nervose del sistema vegetativo e nelle fibre sensitive di tipo C, mentre nel SCN è presente nel TeO, nell’HTH, nelle formazioni ippocampali e nello S, nel Cb e nella substantia nigra (Drutel et al., 2001). Sulla base della localizzazione di H3R in aree critiche per la regolazione delle attività cognitive, nel ciclo sonno-veglia e nel controllo omeostatico, si evince che tale recettore è attivamente coinvolto nelle suddette funzioni neurobiologiche,pertanto l’utilizzo di antagonisti selettivi per H3R può rappresentare una modalità terapeutica efficace per il trattamento di disordini neurologici legati ad anomalie dei processi cognitivi e disturbi del sonno (Esbenshade et al., 2006). H3R risulta implicato anche in altre attività, quali il comportamento alimentare, le attività del sistema autonomo e vestibolare, l’attività motoria e l’analgesia (Drutel et al., 2001) mediante l’interazione funzionale con altri sistemi neuronali.

di Alessandra Verardi