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Definizione di Teorie di medio raggio

Il sociologo americano Robert K. Merton, criticando l'approccio omnicomprensivo della teoria di Parsons, propose nel suo volume Teoria e struttura sociale il concetto di teorie di medio raggio, ossia teorie "specifiche, applicabili a serie limitate di dati: teorie, ad esempio, sul comportamento deviante, o sul flusso di potere da una generazione all'altra, o sulle maniere invisibili di esercitare un'influenza personale".

Le teorie di medio raggio non sono dunque la semplice descrizione di un fenomeno sociale, piuttosto teorie che si concentrano su un dato oggetto di studio avanzando una serie di presupposti da cui derivare e verificare empiricamente delle ipotesi specifiche.

Le teorie di medio raggio di Merton, secondo le intenzioni dell'autore, dovrebbero essere l'anello di congiunzione tra quella messe di dati senza una struttura teorica e la generalizzazione teorica omnicomprensiva senza supporto empirico. L'autore, infatti, non intende proporre un nuovo approccio, esempi classici di teorie di medio raggio sono gli studi di Durkheim sul suicidio e di Weber sull'etica protestante, bensì sostenere la necessità che questo genere di ricerche si moltiplichi a discapito delle teorie generali o di dati raccolti senza nessuna interpretazione teorica.