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“Dove dovete andare in questi giorni?”, ovvero la reattanza psicologica

21 marzo 2020

Nei tempi duri che la nostra società sta attraversando, possiamo avere delle interessanti epifanie sui comportamenti dei nostri simili.
Pare ne sia rimasto colpito nei giorni della pandemia del Coronavirus anche il sindaco di Ilbono, piccolo paese in provincia di Nuoro.
In un suo post diventato subito virale commenta così chi non rispetta la quarantena imposta:
"Ora, io dico, avete vissuto gli ultimi vent'anni guardando "Amici", commentando i Tronisti e commuovendovi con "C’è posta per te". Non alzate il c**o dal divano manco per andare in bagno. Ora, ditemi, spiegatemi, perché non capisco e sono curioso:
Dove ca*** dovete andare in questi giorni?”


In realtà la risposta alla domanda che si pone il sindaco Piroddi ha delle radice psicologiche ben definite: parliamo della reattanza psicologica.
Questa teoria, sviluppata dallo psicologo Jack Brehm, indaga le modalità di risposta degli esseri umani alla perdita di controllo sulle proprie azioni e scelte personali.
Secondo questa teoria, ogni qualvolta la nostra libertà di scelta viene limitata, proprio questo limite rende quell'oggetto od azione ancora più desiderabile per noi che facciamo di tutto per ottenerli.

Viene identificata la prima comparsa di questa forma di reazione verso i 2 anni, momento in cui il bambino inizia a riconoscersi pienamente come individuo ed affronta interrogativi alla base della sua individualità su volontà, legittimità e controllo.
Un’altra fase dello sviluppo in cui la reattanza psicologica assume una forma particolarmente ribelle è l’adolescenza.
Proprio perché è un periodo di passaggio caratterizzato da un senso emergente di individualità, l’adolescente cercherà in ogni modo di sfuggire al controllo genitoriale, considerato impositivo e limitativo.

Non solo infanti e adolescenti, la reattanza psicologica è connaturata nella nostra psiche sia in forma eclatante, si vedano le violazioni assurde alle norme di quarantena di questi giorni per i motivi più futili, sia in forma più sottile.
Troviamo ottimi esempi nel libro Le armi della persuasione di Robert Cialdini.
Questo autore porta ad esempio, tra gli altri, un caso monitorato in America nella contena di Dade (Miami), dove un’ordinanza aveva vietato l’uso di detersivi contenenti fosfati.
Molti abitanti avevano subito reagito dandosi al contrabbando, con vere e proprie spedizioni collettive dalle contee vicine e con fenomeni di accaparramento massiccio.
In più, stimolati dal desiderio di qualcosa che non potevano più avere, gli abitanti della contea di Dade cominciarono a considerare i detersivi ai fosfati senza alcun dubbio migliori, più potenti, più sbiancanti, con tassi di gradimento esageratamente più alti rispetto ad un’indagine nella contea vicina.

Desideriamo una cosa che non possiamo avere e perciò la desideriamo sempre di più.
Tuttavia dobbiamo giustificarci questo innato desiderio e così iniziamo ad attribuire qualità positive alla cosa desiderata, considerandola assolutamente necessaria perché migliore, più pregiata, con maggiori effetti positivi.
Essere consapevoli di questo fenomeno aiuta a riconoscerlo e sedarlo.

Aiuta anche tu quelli che desiderano proprio in questi giorni di emergenza diventare dei maratoneti a riconoscere la reattanza psicologica che agisce in loro.

Se ti interessa approfondire il rapporto tra reattanza psicologica e politica ti segnaliamo la lettura della tesi Comunicazione politica, persuasione e reattanza di Fabio Gelmini.