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Ontologia, storicità e vita nell'interpretazione marcusiana di Hegel

Luca Testa

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Luca Testa è nato a Busto Arsizio (Va) nel 1971. Laureatosi in Filosofia presso l’Università Statale di Milano discutendo l’impegnativa tesi Ontologia, storicità e vita nell’interpretazione marcusiana di Hegel, dopo alterne vicende esistenziali, è momentaneamente occupato nell’industria per necessità di sopravvivenza. Animo inquieto dai molteplici interessi, autoproclamatosi “poeta” e già autore di un’opera letteraria edita Diario di trasbordo di un alcolista in astinenza (2000), ha appena portato a gestazione il suo nuovo scritto Il monologo de’ Pazzi, alla ricerca di una casa editrice, che conta di rinvenire quanto prima, poichè già sta lavorando ad un nuovo romanzo. Egli vive attualmente nella cittadina di Legnano in provincia di Milano e desidererebbe dedicarsi in toto alla scrittura, trasferendosi magari in luoghi più propizi all’arte ed alla filosofia, in considerazione anche dell’ambiente soffocante e culturalmente deludente della ricca Lombardia. La politica e la maratona sono le altre passioni della sua intensa vita, condotta bellicosamente accanto all’adorata Patrizia .
Luca Testa aspira profondamente a condurre un’esistenza dedita alla scrittura, consapevole però di doversi arrangiare indefinitamente in altri impieghi per sopravvivere decorosamente e per poter coltivare le sue varie passioni, tra le quali il viaggio ha un ruolo di riguardo. Consapevole delle sue doti rare potrebbe ambire alternativamente a ricollocarsi nel mondo del lavoro in ruoli di responsabilità entro attività editoriali (anche giornalistiche) od organizzative (sociali, politiche o culturali), ove impegnarsi e lottare per obbiettivi, per lui, più vitali di quelli attuali (industriali), che mantengono comunque una loro dignità etica, se seriamente praticati. A trent’anni mantiene ancora intatta l’originaria convinzione di essere poeta e scrittore, oltre che filosofo laureato, e ricerca l’occasione favorita perchè questa profonda certezza possa divenire la principale occupazione della sua esistenza, aldilà dei prosaici equilibrismi quotidiani. In breve: comunque il destino dovesse decidere, egli difficilmente interromperà il fitto dialogo continuo tra sè e l’umanità intera, trascorsa e futura, ciò che è per lui letteratura e indi la sua stessa scrittura.