Aspetti farmacologici, clinici e giuridici dell'abuso di ormone somatotropo nello sport

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                                       INTRODUZIONE 
“Altius!, citius!, fortius!”: “più in alto!, più veloce!, più forte!”.  
Queste sono le qualità, icasticamente riassunte nel famoso motto olimpico, 
che pensa di ottenere l’atleta, non solo agonista, quando decide di 
assumere farmaci con effetto anabolizzante e lipolitico, fra cui il GH 
(dall’inglese growth hormone - ormone della crescita, noto anche come 
ormone somatotropo o somatotropina), senza alcuna esigenza terapeutica, 
ma con il solo scopo di migliorare la prestazione atletica.   
Il GH è inoltre notoriamente utilizzato, spesso in associazione con 
androgeni ed insulina, anche dai professionisti e dai praticanti amatoriali 
del body building, con lo scopo di aumentare la massa e la definizione 
muscolare. 
E’ emerso da sondaggi condotti negli USA che il 5% dei ragazzi fra i 15 e 
16 anni hanno fatto uso di GH e più della metà di essi in combinazione con 
steroidi anabolizzanti (Rickert V.I. et al.,1992). 
Da evidenze aneddotiche risulta che l’rhGH (recombinant human growth 
hormone – ormone della crescita umano ricombinante) viene assunto in 
dosi da 10-30 IU (3-10 mg) al giorno, 3-4 volte alla settimana, simulando 
tassi di increzione 5-15 volte superiore a quelli fisiologici (Saugy M, et al., 
2006; Holt, R.I. et al., 2009). 
La somministrazione avviene solitamente in cicli da 6-12 settimane fino a 
6-12 mesi. 
Il GH è incluso all’interno della lista delle sostanze proibite stilata dalla 
WADA (World Anti-Doping Agency – Agenzia Mondiale Anti-Doping) a 
causa del suo presunto effetto ergogenico (aumenta la capacità di 
compiere lavoro, dal greco: ἔργον, ergon = lavoro) e del suo effetto  per la