L'accertamento sintetico-redditometrico. Profili teorici e problematiche applicative.
Informazioni tesi
Autore: | Giulia Berti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Diritto dell'economia - Banca e mercati finanziari |
Relatore: | Adriano Modolo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 61 |
L’accertamento sintetico e, in particolare, l’accertamento sintetico-redditometrico sta diventando, negli ultimi anni, uno strumento sempre più utile ed importante nel contrasto all’evasione fiscale.
Obiettivo di questo lavoro è tratteggiare gli elementi ed i presupposti che qualificano questo istituto, nonché evidenziare i problemi che la sua disciplina comporta sul piano dell’applicazione pratica.
Strumento scarsamente utilizzato per molto tempo, l’accertamento sintetico ha conosciuto, solo di recente, una significativa accelerazione nel suo impiego. Così, i contribuenti e, più in generale, la collettività sta acquisendo una sempre maggiore coscienza degli effetti deleteri dell’evasione fiscale.
Come noto, l’evasione fiscale è un fenomeno che conferisce un vantaggio innegabile a chi la pratica, mentre penalizza coloro che pagano regolarmente le imposte che, infatti, si vedono costretti a dover concorrere alle spese pubbliche anche per la quota di competenza degli evasori.
L’accertamento sintetico, al pari degli studi di settore, costituisce quindi uno strumento per limitare, per quanto possibile, il fenomeno, anche se la sua disciplina, introdotta oramai molti anni fa, avrebbe bisogno di un intervento strutturale di modifica, che solo in minima parte è stato operato di recente con il D.L. n. 78/2010 e che ha riguardato principalmente alcuni commi dell’articolo 38 del D.P.R. 600/1973, concernenti principalmente i presupposti per l’applicazione del redditometro e la fase del contraddittorio.
Quello che ho voluto mettere in evidenza con questo elaborato, è la grande utilità dell’accertamento sintetico-redditometrico nella repressione dell’evasione, ma anche i suoi limiti e le sue incongruità. Siamo infatti in presenza di uno strumento di carattere presuntivo oramai non più attuale che avrebbe bisogno di un profondo rinnovamento, per essere reso più flessibile.
A cominciare dai beni-indice, che non sono più in grado di rivelare la reale capacità contributiva dei soggetti: ad esempio, il fatto di possedere un immobile nel centro di Roma, assume lo stesso peso reddituale di un immobile della stessa metratura ma in un piccolo paese in Molise.
Per questo è previsto che la maggior parte dei beni-indice vengano successivamente abrogati e sostituiti con un paniere di beni più attuali e modificabili con cadenza biennale.
Tutto ciò sottolinea quelli che sono i limiti di un metodo di accertamento indubbiamente efficace che il legislatore sta rimodernando con elementi di maggiore ragionevolezza. Quello che è stato messo in dubbio, non è il concetto base del redditometro, bensì la sua concreta applicabilità alle diverse situazioni dei contribuenti.
Inoltre, per quanto riguarda la prova contraria, il contribuente viene chiamato ad una difficile dimostrazione: provare che il reddito rideterminato sinteticamente dall’Amministrazione Finanziaria non è il reale ammontare del proprio reddito.
In conclusione, non si può fare altro che augurarsi che il legislatore, mosso dall’intenzione di stringere la morsa attorno agli evasori fiscali, dopo la prima serie di modifiche attuate con il D.L. n. 78/2010, continui nel processo di ammodernamento del metodo sintetico in generale e, più in particolare, del sintetico-redditometrico.
Informazioni tesi
Autore: | Giulia Berti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Scienze Politiche |
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