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IL SETTORE DEI COMPUTER

IL SETTORE DEI COMPUTER


L’evoluzione del settore è strettamente collegata alle innovazioni tecnologiche che hanno interessato il computer e le sue componenti.
Nel periodo 1935-45 furono realizzati diversi elaboratori (esemplari unici) -> non si può ancora parlare di un’industria del computer.
La nuova impostazione, definita “architettura von Neumann”, pose le basi su cui tuttora si fondano i computer.

1946: COMPUTER MAINFRAME: nasce il settore industriale dei computer, l’UNIVAC è il primo computer prodotto in serie e realizzato per essere venduto. È la prima generazione di computer. Il nascente settore industriale dei computer si compone di tre categorie di soggetti:
1. Nuovi soggetti imprenditoriali (centri di ricerca militari e universitari);
2. Produttori tradizionali di elettronica (cercano di ampliare la propria offerta);
3. Produttori tradizionali di macchine per ufficio (vedono nel computer un potenziale prodotto sostitutivo).
Inizialmente il settore è dominato da due soggetti. Remington Rand e IBM. La prima era in grado di offrire 2 prodotti destinati a 2 segmenti diversi: UNIVAC per applicazioni commerciali e UNIVAC 1103 per applicazioni scientifiche. IBM invece, pur essendo coinvolta nella progettazione e realizzazione di elaboratori elettronici fin dalle origini, non credeva nell’esistenza di un mercato per tali apparecchiature. Per IBM il computer non era un nuovo prodotto da vendere ma pubblicità e un investimento in ricerca.
Per Remingoton Rand l’ingresso nel settore avviene passando per il segmento del loro mercato tradizionale, gli acquirenti di macchine per ufficio. Mentre l’IBM entra attraverso un processo di sviluppo e crescita interno, inizialmente non destinato alla vendita, poi focalizzato su elaboratori scientifici per un mercato diverso rispetto a quello tradizionale di appartenenza. La reazione di IBM al successo di UNIVAC (RemingtonRand) fece riprendere i progetti abbandonati. I computer IBM avevano alcuni vantaggi rispetto agli UNIVAC, erano più facilmente installabili, avevano nastri magnetici superiori e maggiore assistenza. Tanto che IBM divenne il leader indiscusso nel settore.

Fine anni 50, dei soggetti primari sopravvissero: IBM, RemingtonRand e Burroughs per i produttori di macchine per ufficio; RCA, GE, Honeywell per i produttori di elettronica; CDC e DEC nel segmento dei nuovi entranti.
Per IBM era necessario replicare nel segmento degli elaboratori quanto fatto nel segmento della macchine per ufficio. Nel 1964 creò System 360, che condizionò l’intero settori. Le strategie di risposta furono:

a) Strategie di imitazione (offerta di modelli simili a quelli IBM e ad essi compatibili);
b) Strategie di differenziazione (offerta di modelli simili agli IBM ma non compatibili);
c) Strategie di nicchia (offerta di modelli in grado di coprire i segmenti estremi [supercomputer e minicomputer] che IBM aveva lasciato scoperti).

Inizio anni 70: MINICOMPUTER: il settore cambia profondamente per le innovazioni nel campo della microelettronica, l’introduzione del circuito integrato. Sono i computer di seconda generazione, più veloci e convenienti, nonché di dimensioni ridotte. L’impresa leader di tale settore era la DEC che realizzò uno dei primi minicomputer (senza applicazioni, senza assistenza e senza periferiche. I minicomputer si rivolgono soprattutto al campo della ricerca e dell’università. La rivoluzione microelettronica investe il settore del computer, sia nel segmento mainframe, con l’introduzione dei computer di terza generazione, come il System 379 del IBM, fondati sull’uso di circuiti integrati e dei semiconduttori quali dispositivi di memoria, sia nel segmento minicomputer, attraverso l’introduzione dei minicomputer di seconda generazione, come il PDP-11 della DEC.  Nel 1976 l’IBM, pur detenendo ancora i 2/3 del mercato mainframe, non controllava più del 25% del mercato complessivo.

Metà anni 70: PERSONAL COMPUTER: i progressi della rivoluzione microelettronica porteranno, nella prima metà degli anni’70, all’introduzione dei computer di quarta generazione, fondati sul microprocessore (insieme di circuiti integrati disposti su una singola lastra di silicio). L’avvento del personal computer (microcomputer) è ormai alle porte. Il pc è un elaboratore dotato di un microprocessore proprio progettato per essere utilizzato da una persona sola alla volta. Il pc nasce nel 1974 ad opera di piccole imprese di elettronica. È un prodotto da assemblare, venduto per corrispondenza e destinato al mercato degli hobbisti appassionati di strumenti elettrici.

1°fase di sviluppo del pc: ricerca di una propria identità, è un segmento costituito da piccole imprese, da subito costituito da varie componenti fornite da più soggetti. Le imprese produttrici di pc costituiscono semplicemente gli assemblatori di tali componenti.

2°fase: prima dell’ingresso dell’IBM, il pc è ancora un prodotto in via di definizione (delle caratteristiche e del mercato di riferimento), oscilla tra l’apparecchio elettronico per hobbisti, la calcolatrice e il videogioco. Sarà l’ingresso dell’IBM a determinare lo standard e stabilire definitivamente le caratteristiche e il mercato del pc.

3°fase: inizia con l’annuncio del PC da parte di IBM nel 1981; strategia di acquistare le diverse componenti del pc attraverso contratti di fornitura con terzi anziché realizzarle internamente. Successo al di sopra di ogni aspettativa, l’IBM definisce lo standard., garanzia di affidabilità. C’è una profonda riconfigurazione del settore, soprattutto l’entrata nel settore di nuovi soggetti. L’IBM si trova impreparata ad un tale successo (non era in grado di soddisfare la domanda), quindi c’è una prima ondata di cloni destinata a sparire nel 1984 quando l’IBM riesce a recuperare. Inoltre c’è l’uscita o la risposta competitiva di alcuni soggetti già presenti, in particolare Apple (che decise di differenziarsi offrendo un pc soprattutto per il mercato delle famiglie, più semplice).

4°fase: inizia nel 1986 con la seconda ondata dei cloni e il loro sorpasso su IBM in termini di quote di mercato e di innovazione tecnologica. Vittoria determinata dalle caratteristiche del segmento. Le imprese produttrici sono assemblatori di componenti realizzate esternamente. L’ingresso di IBM definisce lo standard e diminuisce il valore aggiunto dei produttori di computer e sposta lo scontro competitivo soprattutto sui prezzi e quindi sui costi di assemblaggio. La decisione di Ibm di mantenere (ingiustificatamente) un prezzo elevato rispetto ai concorrenti ne spiega il declino e l’ascesa dei cloni. IBM reagisce con l’adozione di diversi standard nell’architettura del pc, per non perdere il vantaggio d’acquisto. Ma ormai il settore è sempre più controllato dalle decisioni di altri soggetti: Intel e Microsoft.

Le workstation: via di mezzo tra minicomputer e microcomputer, architettura basata sulla connessione di più terminali rappresentati da microcomputer (clients) in grado di operare separatamente da un computer centrale (server), rappresentato da un minicomputer, o da un mainframe, o da un microcomputer specificatamente progettato, in grado di permettere la condivisione di file, programmi, database. Fascia di prezzo più elevata. Sono progettate per essere connesse tra loro per aumentare e sfruttare congiuntamente le capacità di elaborazione (paradigma= il sistema è superiore alla somma delle sue parti, la rete è il computer).
Il microprocessore diventa la componente fondamentale del computer e il suo sviluppo porta a una sempre minore distinzione tra le categorie di elaboratori. Insieme al microprocessore emerge il ruolo fondamentale del software.

La struttura del settore
Il settore dei computer è caratterizzato dalla presenza di una serie di attività/fasi distinte, nello specifico: la produzione di componenti (hardware e software), la costruzione del computer attraverso l’assemblaggio delle componenti di cui sopra, la distribuzione e vendita dei computer agli utenti finali, la produzione di accessori e la fornitura di servizi complementari.
Tali attività possono essere parzialmente o totalmente integrate, oppure svolte da più soggetti.
Ci sono diversi livelli di integrazione: quasi completo all’origine del settore; molto basso nella prima fase di industrializzazione (1952-64); molto elevano nel periodo successivo (1964-80); quasi nullo con la comparsa del personal computer (dopo il 1980). Tutto ciò è determinato dall’evoluzione tecnologica (nelle fasi di introduzione di una nuova tecnologia è necessaria la ridefinizione di ciascuna componente).

Tratto da ECONOMIA DEL CINEMA E DEL MULTIMEDIA di Laura Righi
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