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Il turismo, il bene TRN e la crescita del prezzo


Il bene il cui prezzo cresce più rapidamente nel tempo è quello turistico: i prezzi dei beni sono spesso determinati dalla domanda e dall’offerta espresse dal mercato; aumenti dell’offerta in presenza di una domanda immutata tendono a far diminuire il prezzo di un bene: di conseguenza il prezzo di un bene la cui offerta aumenta rapidamente diminuisce più del prezzo di un bene la cui offerta è invece lenta e crescere. Il progresso tecnologico fa crescere rapidamente la produzione industriale, mentre l’offerta di beni TRN, vincolata dalla limitata disponibilità di una risorsa non riproducibile, cresce più lentamente. Se il prezzo del bene turistico crescesse meno rapidamente di quello industriale, la specializzazione turistica sarebbe la meno conveniente: l’effetto di un’offerta lenta a crescere si sommerebbe negativamente all’effetto di un prezzo che ha un andamento sfavorevole; nella realtà, però, i due effetti vanno in direzioni opposte, quindi la convenienza dipende da vari complessi elementi. Tutto dipende da quanto i beni prodotti nel settore industriale possono “sostituire” il bene turistico nelle preferenze dei consumatori: se ogni diminuzione del prezzo relativo dei beni industriali determina un forte spostamento del consumo a loro favore, allora la specializzazione industriale risulta essere quella capace di generare la crescita più rapida; se invece i due beni sono “lontani sostituti” (cioè rispondono a esigenze molto diverse), allora l’aumento del prezzo del bene turistico è così forte da far sì che i turisti spendano una quota crescente del proprio reddito per le vacanze, generando un effetto di traino tra il paese industriale e quello turistico, a vantaggio dell’ultimo.
Ma la scarsità è una caratteristica dei beni TRN, mentre lo è in misura molto inferiore nel caso delle località turistiche create ex novo: quindi il prezzo dei primi tende a cresce molto più rapidamente di quello degli altri beni, significando che la specializzazione in turismo ha maggiori probabilità di rendere massima la crescita proprio nei casi in cui il bene offerto sia basato su risorse naturali. I due beni hanno in comune la caratteristica di avere la stessa elasticità al reddito, pari a 1. Una rappresentazione più adeguata dovrebbe riconoscere che il bene TRN è per sua natura un bene di lusso (bene per il quale i consumatori spendono una quota sempre maggiore del loro reddito, man mano che quest’ultimo cresce). È importante considerare questo fattore: il motivo per il quale la specializzazione in turismo può risultare conveniente si basa sulla dinamica del prezzo del bene turistico rispetto alla dinamica del prezzo del bene industriale. Quando il primo cresce più rapidamente dell’altro, la specializzazione turistica diventa più conveniente: siccome il bene TRN è un bene di lusso, la naturale crescita del reddito rende quel bene sempre più importante nel paniere di consumo, unita al fatto che l’offerta di beni TRN è piuttosto rigida.
Motivazioni economiche per un uso conservativo della risorsa
I beni TRN sono simili agli snob goods, dove la qualità di una località turistica diminuisce al crescere dell’affollamento della risorsa naturale. Inoltre, la risorsa naturale che attrae i turisti sarà considerata alla stregua di una risorsa esauribile: ogni investimento effettuato per aumentare il grado di sfruttamento turistico della risorsa ne determina un “consumo” irreversibile, di conseguenza la qualità ambientale e l’attrattiva diminuisce.
Sostenibile vuol dire una strategia di sviluppo turistico che permetta alla risorsa naturale di generare in futuro almeno tanto reddito quanto è capace di generarne oggi. È quindi molto importante capire come gestire la risorsa naturale in modo da massimizzare il reddito odierno dei residenti, senza dimenticare la sostenibilità nel lungo periodo, e cioè come il reddito futuro possa essere condizionato dalle scelte adottate per massimizzare quello odierno.
Assumiamo che il benessere dei residenti dell’area non dipenda direttamente dalla qualità ambientale della propria terra, ma solo indirettamente attraverso il ricavo proveniente dallo sfruttamento turistico della risorsa: bisogna quindi trovare il livello di affollamento tale da massimizzare la spesa totale turistica in presenza di avversione all’affollamento. La relazione inversa tra grado di affollamento e disponibilità a pagare dei turisti garantisce l’esistenza di un unico livello ottimale di sfruttamento. Con preferenze di tipo snob conviene sfruttare la risorsa fino a quando le diminuzioni della spesa pro capite dei turisti, dovute alla loro avversione all’affollamento, sono più che compensate dal’aumento del numero dei turisti. Il grado ottimale di affollamento, che massimizza il ricavo che si può ottenere dalla risorsa, è tanto più basso quanto più i turisti sono sensibili al problema della qualità.
Come possono le scelte attuali influenzare il benessere economico delle generazioni future? Se sostenibilità volesse dire che il livello di ricavo odierno rimanesse almeno costante nel tempo, ci si trova davanti a due problemi: primo, è probabile che al crescere del reddito dei turisti, il loro consumo si sposti verso risorse meglio conservate, determinando riduzioni nel tempo del valore delle strutture ricettive affollate; secondo, le preferenze cambiano ed è plausibile che, con l’aumento del reddito, dei livelli di scolarità e della conoscenza del valore del capitale naturale, e in presenza di maggiore scarsità complessiva, esse si muovano a favore dei beni TRN: quindi, un alto tasso di sfruttamento, che potrebbe essere ottimale oggi, non lo sarà più domani, l’odierno livello quantitativo della risorsa naturale genererà in futuro un reddito inferiore, violando il criterio economico della sostenibilità. Quanto più si hanno motivi per ritenere che le preferenze dei consumatori premieranno in futuro l’alta qualità ambientale del prodotto turistico, tanto più è necessario essere prudenti in materia di sviluppi turistici ad alto consumo irreversibile della risorsa ambientale. L’incertezza sulle preferenze delle generazioni future fa sì che la scelta economica ottimale per l’intera società sia più conservativa, soprattutto quando le scelte di sfruttamento implicano modifiche irreversibili nella qualità ambientale della risorsa naturale. Ambienti poco irreversibilmente sfruttati oggi impongono sì sacrifici all’attuale generazione, ma a vantaggio di tutte le generazioni future; ambienti poco costruiti hanno buona probabilità di imporre sacrifici alle generazioni future, a vantaggio esclusivo e incerto della generazione presente.

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