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Teatro italiano nel 1800. Nascita di impresario e agente teatrale


In epoca napoleonica qualche normativa locale è approntata per governare la vita delle compagnie teatrali. Nel 1836 (Giovanni Valle) compare una prima legge organica sulla sicurezza e sulla attività dei teatri, ed anche un vero e proprio trattato organico (Enrico Rosmini).
Nella storia del t. italiano della seconda metà dell’ 800, attraverso alcune questioni si arriva gradualmente ad un nuovo tipo di organizzazione e industrializzazione dello spettacolo (diritto d’autore, compagnie stabili, ruolo del grande attore). E’ con la nascita del teatro a pagamento che vengono alla luce nuove figure professionali, intermediari tra le esigenze dell’offerta e della domanda: impresario e agente teatrale.
Impresario: Lavora investendo, rischiando un proprio capitale, trae ricchezza oppure rovina dal rapporto tra le spese sostenute e i ricavi ottenuti sommando la dote (somma di denaro a fondo perduto che la proprietà del teatro metteva a disposizione dell’impresario per sostenere le spese di organizzazione di uno o più spettacoli) al ricavato dei biglietti venduti.
Agente: Non rischia un proprio capitale ma trae il proprio guadagno dall’abilità, dalle informazioni e dalla rapidità con le quali riesce a mettere in contatto l’organizzatore con l’artista o il tecnico e viceversa, nell’offrire all’artista un occasione di lavoro.
Si sottraggono parzialmente a questo grande sistema i grandi attori che arrivano a essere capocomici e gestori e curatori delle fortune degli artisti e dei tecnici.

Tratto da POLITICA DELLO SPETTACOLO di Laura Righi
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