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Spostamenti degli equilibri tra potenze nell'Europa del '500

Europa orientale, equilibri tra potenze


L'area balcanica è soggetta alla dominazione ottomana, mentre a nord i principali soggetti sono il regno della Polonia e l'Impero Russo, che va lentamente formandosi. È una società arretrata, che si basava su un tipo di agricoltura fondata ancora sulla servitù della gleba, con una limitata presenza dei nuclei abitati.


Il declino dell'Italia


A partire dal XVI secolo si assiste a un progressivo spostamento degli equilibri di potenza a favore delle aree che si affacciano sull'Atlantico.
[Nei centri urbani risiede il 10-15% della popolazione].
L'area tendenzialmente declinante è l'Italia, che economicamente perde terreno e centralità, perchè si sono spostate le rotte dei grandi commerci con l'Asia, e il mar Mediterraneo, da crocevia dei commerci con l'oriente, diventa progressivamente un mare periferico e tagliato fuori dalle grandi rotte.
Inoltre l'Italia comincia a pagare, a partire dal 4-5cento, il peso della sua frantumazione politica. Lo sviluppo dei comuni italiani, che aveva fatto la fortuna dell'Italia rinascimentale, ostacola il successivo processo di unificazione del paese, poiché molti di essi erano diventati piccole potenze regionali, ma nessuno era riuscito ad estendere la sua egemonia sull'intera penisola; inoltre la presenza dell'influente e “particolare” Stato Pontificio contribuisce ad ostacolare l'unificazione.
Nel '500 la penisola italiana fu oggetto di contesa tra Francia e Spagna, che ebbe la meglio e che governò questo territorio sino al '700.
La presenza, all'interno delle città italiane, delle corporazioni e delle botteghe artigiane, che adottano misure quasi protezionistiche per difendere i mercati cittadini da prodotti provenienti da fuori città, ostacolano inoltre lo sviluppo di forme protoindustriali di organizzazione della produzione manifatturiera che avrebbero consentito una maggiore competitività [ fatta nelle campagne a costi minori].
In questa fase di ripiegamento economico si accentua una differenza, nel settore dell'agricoltura, tra nord e sud Italia. Nel sud la dominazione spagnola consolida la diffusione di proprietà latifondista con a capo un'aristocrazia priva di spirito imprenditoriale. Anche al nord comunque le terre da coltivare vengono acquistate con capitali mercantili (e ciò denota una caduta dello “spirito imprenditoriale”, determinante per promuovere lo sviluppo); in Italia le elites mercantili, nel 5-6cento, adottano comportamenti di tipo aristocratico.


Lo sviluppo inglese


L'Inghilterra nel '400 è un paese arretrato e periferico. Periferico perchè lontano dalle principali linee del commercio, arretrato in quanto la sua economia si basava sull'esportazione di lana grezza, e non sulla sua lavorazione (che avrebbe consentito di esportare prodotti a più alto valore aggiunto). Nel '500 si consolida la monarchia nazionale e si intraprende un processo di unificazione politica. Per lo sviluppo del paese si pone il problema della lana, poiché si esportava la materia prima e si acquistava il prodotto finito: vengono così imposti a dei dazi sull'esportazione della lana grezza e all'importazione dei tessuti di lana → questo insieme di provvedimenti crea la convenienza economica nel creare prodotti tessili finiti e a maggiore valore aggiunto, prodotti con l'industria a domicilio ed esportati in Europa a prezzi competitivi. Inoltre, per quanto riguarda i grandi traffici, viene a trovarsi in una posizione estremamente favorevole.
La corona finanzia viaggi di esplorazione, guardando all'America del nord, dove non erano insediati gli spagnoli, e ad alcune isole caraibiche.
L'Inghilterra riesce anche ad avvantaggiarsi dalle guerre religiose, mettendo in atto uno scisma (al fine di appropriarsi delle proprietà ecclesiastiche) e appoggiando la parte protestante.
Va via via sviluppandosi anche il suo ruolo di potenza navale.
Londra diventa una realtà urbana significativa: dai 70˙000 abitanti che aveva nel '500, arriva a contarne 250˙000 nel '600.
Riesce anche ad evitare di essere invasa dalla Spagna (1588) → dalla conquista normanna nell'anno 1066 fino ai giorni nostri, l'Inghilterra non è mai più stata invasa.


Lo sviluppo olandese nel '600


Durante il 500 le confessioni protestanti si diffondono in Belgio, Olanda, e in alcune parti della Francia (ugonotti -> pesantemente sconfitti e costretti ad emigrare). Nei paesi bassi il sentimento religioso è mischiato ad un  sentimento antispagnolo che si traduce in  una rivolta armata: gli spagnoli perderanno l'Olanda (1573) ma manterranno il Belgio, che rimarrà cattolico e andrà incontro a un periodo di decadenza (Anversa è saccheggiata dagli spagnoli).
L'Olanda sin da subito si dimostrò un paese molto aperto, infatti vi trovavano rifugio molti perseguitati religiosi; era un paese tollerante, senza persecuzioni.
Non era così in Spagna: gli arabi (morisquos) che erano rimasti nella penisola erano continuamente oppressi (nonchè obbligati a convertirsi al cattolicesimo) e quindi molti di loro abbandonarono il paese, impoverendolo di manodopera qualificata. Anche gli ebrei, per via delle persecuzioni (erano obbligati a convertirsi e continuamente sotto pressione), abbandonarono via via la spagna per recarsi in Olanda, privando una e arricchendo l'altra di individualità con elevata professionalità.
Nel 600 l'Olanda, piccolo paese, si configura come il più dinamico dello scenario europeo. Quest'economia, per via del suo spirito aperto, era venuta dotandosi di capitale umano di grande qualità.

Agricoltura olandese:

vi fu una grande operazione di recupero di terreni coltivabili dal mare (polder), cioè un aumento di terre coltivate mettendo a coltivazione terreni con alto rendimento. Gli olandesi inoltre innovano il sistema della rotazione: scoprono che seminando foraggio o legumi nella porzione di terreno destinata al maggese, questo non viene impoverito -> aumenta così il cibo disponibile per la popolazione e si sviluppa l'allevamento bovino-> sviluppo attività foriero-casearia-> aumento della disponibilità di letame, il fertilizzante dell'età preindustriale.
Aumentano quindi sia la produzione che la produttività, consentendo una relativa crescita demografica (all'interno di un secolo di stagnazione demografica) e un'agricoltura orientata al mercato; fasce più ampie della popolazione possono dedicarsi ad attività non agricole e si assiste ad un ulteriore radicamento delle città urbane.

Manifattura olandese:

anche in questo settore gli olandesi eccellono; hanno una tradizione di corporazioni urbane, che risultano però più efficienti e non impediscono la nascita di metodi alternativi di produzione.  Già  alla  fine  del  500  erano  in  circolazione  prodotti  olandesi  nel  bacino  del mediterraneo.
Gli olandesi risultarono anche molto abili a costruire navi: il vascello fluyt (fino a 500 tonnellate) poteva essere prodotto a costi bassissimi (50% in meno dei cantieri inglesi) e poteva essere gestito da un equipaggio meno numeroso (minori costi di esercizio) -> sono in grado di proporsi come assoluti protagonisti del commercio marittimo.
Azione sui mari: nel mare del nord e nel baltico si dedicavano alla pesca (aringhe nel mare del nord, che venivano salate e trattate già a bordo) e commercio nel baltico (legnami e manufatti).

Commercio con l'Asia olandese:

durante la rivolta contro gli spagnoli, questi impediscono ai mercanti fiamminghi di approvvigionarsi di spezie a Lisbona: gli olandesi decidono quindi di andarsele a procurare de soli: raggiungeranno l'Indonesia e se nel 1600 la loro flotta era già al livello di quella portoghese, nel 1610 era 4 volte più grande.
Gli olandesi sono capaci di innovare anche questo tipo di attività: prima, durante il tragitto d'andata, la nave non aveva carico, trasportava solo monete di metalli preziosi, ora gli olandesi riemipono le stive delle navi con prodotti manifatturieri da vendere in Asia. Inoltre praticano anche il commercio tra porti dell'Asia (Indonesia, Cina, India e anche Giappone, a Nagasaki). Cominciano inoltre l'importazione delle foglie di tè, che diventa il prodotto più importante dei traffici Asia-Europa -> si vanno  arricchendo  i  consumi  alimentari degli  europei -  cambiano  i  costumi  e  si  crea  nuova domanda.
Questo aumento della domanda ha degli impatti sulle pratiche finanziarie: Amsterdam, che era il cento di questi traffici, diventa la grande borsa di beni dell'Europa. In questo complicato sistema si sviluppano anche nuove forme di contratto, come il contratto a termine (futures), che talvolta prescinde dallo scambio effettivo del bene e consiste in pure operazioni finanziarie.
In Olanda esistevano inoltre le compagnie mercantili, associazioni di mercanti che si consorziano per commerciare con l'Asia, gestendo collettivamente un'operazione commerciale molto complessa, che non sarebbe stata affrontabile dal singolo mercante; a queste compagnie gli stati conferiscono, dietro compensi, il monopolio commerciale con una determinata area del mondo.
Le compagnie mercantili esistevano in Francia, Inghilterra e Olanda, dove la più importante è la Compagnia Olandese delle Indie Orientali (VOC), che ha la particolarità di avere il capitale proprio (possiede assets), che è sottoscritto tramite vere e proprie azioni, che hanno un valore patrimoniale e che distribuiscono dividendi. Alla borsa di Amsterdam, si vendevano beni reali, ma anche le azioni della VOC e titoli di stato olandesi .
In Asia la VOC intraprende la colonizzazione dell'Indonesia, prima attestandosi su basi costiere, poi conquistando e colonizzando il territorio, che viene coltivato con piantagioni. La presenza olandese in America del nord è molto limitata nel tempo (fondano New York, chiamata originariamente "Nuova Amsterdam"). Anche in Sudafrica si insediano coloni olandesi, e in gran numero, favoriti anche dal clima "europeo".

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