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Accordo tra Spagna e Santa Sede

7 giugno 1941

Spagna e Santa Sede firmano un accordo che colma il vuoto aperto con la decadenza del Concordato del 1851. L'articolo 6 di tale accordo prevede l'impegno del Governo spagnolo «a stipulare quanto prima con la Santa Sede un nuovo Concordato ispirato al suo desiderio di ripristinare il senso cattolico della gloriosa tradizione nazionale». L'articolo mostra la chiara esistenza di una volontà favorevole alla conclusione di un nuovo Concordato che completi e regoli, nella sua totalità, le materie di reciproco interesse per la Chiesa e per lo Stato. In attesa di stipulare il nuovo Concordato, «il Governo spagnolo si impegna ad osservare le disposizioni contenute nei primi quattro articoli del Concordato del 1851». La Santa Sede, di conseguenza, in cambio della concessione allo Stato del diretto intervento nella nomina dei vescovi, ottiene importanti vantaggi tutti derivanti dal mantenimento della vigenza dei primi quattro articoli del Concordato del 1851. I primi due articoli del Concordato del 1851 sanciscono il mantenimento della religione cattolica come l'unica della Nazione spagnola e l'obbligo di rendere conforme alla dottrina cattolica l'insegnamento in ogni ordine e grado. Il vecchio Concordato, inoltre, nell'articolo 3 garantisce alla Chiesa la protezione dello Stato per il libero esercizio delle sue funzioni.
La volontà franchista di cancellare la legislazione settaria e antireligiosa della Seconda Repubblica trova conferma nell'articolo 10 dell'accordo, ove è sancito l'impegno da parte dello Stato a non legiferare unilateralmente nelle «materie miste» senza un preventivo accordo con la Santa Sede.
Riguardo la procedura per provvedere alla designazione dei vescovi, l'articolo 1 dell'accordo si pone in una posizione intermedia tra la previa notificazione, con il principio di non vincolare il Pontefice alla scelta di un membro tra i candidati proposti dal Governo, e la presentazione, con la facoltà per il Capo dello Stato di presentare al Santo Padre uno dei candidati della terna di nomi predisposta dal Pontefice.

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