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Insurrezione in Algeria

20 agosto 1955

In Algeria scoppia una violenta rivolta, organizzata dal Fronte di Liberazione Nazionale per replicare alle rappresaglie collettive e alle torture che l'Esercito francese pratica con elevata intensità, nonché per dar prova di una raggiunta capacità militare e politica nel coinvolgere le masse.
Francesi e Musulmani, spesso confusi, sono assassinati a colpi di asce, accette, zappe o coltelli. Scene raccapriccianti di donne sventrate e bambini fracassati contro i muri si susseguono.
La rapidità di intervento dell'Esercito permette di evitare un'insurrezione generale.
Il bilancio della rivolta è di 123 morti, di cui 71 appartenenti alla popolazione europea. Niente in confronto alla repressione che seguirà: circa 12.000 morti.
Il dramma del 20 agosto porta con sé delle gravissime conseguenze. La prima consiste nella frattura definitiva che si crea tra le due Comunità, ormai irreversibilmente rivolte l'una contro l'altra. La seconda, altrettanto drammatica, consistente nell'invio del contingente in Algeria, capace di impegnarsi in una guerra totale e duratura. E' finito il mito delle «operazioni per il mantenimento dell'ordine».
Lo stesso governatore Soustelle, sconvolto dallo spettacolo dei cadaveri, dà carta bianca all'Esercito affinché spenga totalmente ogni focolare di rivolta.

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