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La ristrutturazione del Gruppo Alitalia

Il Piano di ristrutturazione Alitalia, approvato dal Consiglio di Amministrazione nel settembre 2004, in seguito al progetto proposto dal già amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, ing. Giancarlo Cimoli, si lega al cambiamento in atto nel settore del trasporto aereo, che in quest’ultimo decennio risulta attraversato da diversi mutamenti strutturali a cui diverse compagnie di bandiera non hanno saputo legarsi in maniera coerente.
In primo luogo la progressiva liberalizzazione di settore avviata nel 1987 dalla Comunità Europea, come adeguamento alla deregulation americana del 1978.
A questo fattore va legato il sistema di mercato monopolistico in cui rientrava Alitalia, ed in particolare alla rigidità organizzativa giustificata da una quasi assente dinamicità di mercato.
In questo quadro si fanno avanti compagnie aeree private (low cost) che, sfruttando una struttura dei costi più flessibile, ed una organizzazione più snella, portano ad un riduzione delle tariffe che non rientrano nelle comuni politiche di sconto ma ne sono la regola.
L’incremento della domanda che ne consegue diviene un’opportunità da sfruttare per coloro pronti a farlo; e nel gioco della concorrenza, poco conosciuto fino ad allora per Alitalia, questa viene subito tagliata fuori.
La trattazione che segue si propone inizialmente di capire in profondità quelle che possono essere considerate le cause del dissesto, in maniera particolare come lo scenario economico e normativo ne abbia influenzato notevolmente l’evolversi. Successivamente verranno affrontate considerazioni storiche su quella che è stata l’evoluzione finanziaria del Gruppo negli ultimi 13 anni, e la struttura societaria che questo ha adottato fino ad oggi. Infine, nel terzo e quarto capitolo, ci si focalizzerà sull’oggetto principale del lavoro, e cioè sui rimedi posti in essere da Alitalia, fondati sull’efficacia dello strumento delle Alleanza, ma soprattutto sull’attuazione di un piano di risanamento strutturale che coinvolga l’intero Gruppo, tenendo conto delle dovute complicazioni che questo genera con i diretti concorrenti.

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3 INTRODUZIONE Il Piano di ristrutturazione Alitalia, approvato dal Consiglio di Amministrazione nel settembre 2004, in seguito al progetto proposto dal già amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, ing. Giancarlo Cimoli, si lega al cambiamento in atto nel settore del trasporto aereo, che in quest’ultimo decennio risulta attraversato da diversi mutamenti strutturali a cui diverse compagnie di bandiera non hanno saputo legarsi in maniera coerente. In primo luogo la progressiva liberalizzazione di settore avviata nel 1987 dalla Comunità Europea, come adeguamento alla deregulation americana del 1978. A questo fattore va legato il sistema di mercato monopolistico in cui rientrava Alitalia, ed in particolare alla rigidità organizzativa giustificata da una quasi assente dinamicità di mercato. In questo quadro si fanno avanti compagnie aeree private (low cost) che, sfruttando una struttura dei costi più flessibile, ed una organizzazione più snella, portano ad un riduzione delle tariffe che non rientrano nelle comuni politiche di sconto ma ne sono la regola. L’incremento della domanda che ne consegue diviene un’opportunità da sfruttare per coloro pronti a farlo; e nel gioco della concorrenza, poco conosciuto fino ad allora per Alitalia, questa viene subito tagliata fuori. La trattazione che segue si propone inizialmente di capire in profondità quelle che possono essere considerate le cause del dissesto, in maniera particolare come lo scenario economico e normativo ne abbia influenzato notevolmente l’evolversi.

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Elifani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Europea
  Relatore: Francesco Ranalli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 68

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