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L'auto mutuo aiuto: una nuova frontiera di lavoro per l'assistente sociale

Questo lavoro nasce dal desiderio di approfondire un tema verso il quale ho mostrato, fin da subito, molto interesse, per la sua capacità di costituire una risorsa aggiunta di tipo trasversale alle conoscenze necessarie per operare in alcuni ambiti professionali di competenze del servizio sociale. Il significato di salute nel corso del tempo si è progressivamente modificato, passando dall'indicazione di un stato prettamente patologico ad una condizione di benessere fisico, psichico e sociale; in quest'ottica, l'individuo diviene un soggetto attivo e portatore di risorse, capace di autopromuovere le proprie e altrui potenzialità, nel gestione quotidiana della propria vita. In questa nuova prospettiva sono state valorizzate alcuni metodi e tecniche di cura nuove rispetto alla tradizione medica pregressa. L'auto-mutuo aiuto ne rappresenta un esempio importante.

In Italia, l'auto mutuo aiuto, si è sviluppato nel corso degli ultimi anni, raggiungendo una presenza significativa, ma disomogenea; questo strumento dà la possibilità agli individui, di condividere uno stesso problema/condizione, in un rapporto di parità, con l'obbiettivo di ricercare migliori strategie di fronteggiamento. In questo modo lo scambio di aiuto diviene possibile, poiché ognuno degli appartenenti è in grado di comprendere cosa l'altro sta vivendo, cosa ha vissuto e quali sono i suoi bisogni.

Nella fase iniziale un ruolo molto importante è quello del facilitatore. Esso rappresenta una risorsa a disposizione del gruppo, che ne facilita il buon andamento e funzionamento. Generalmente, questo ruolo viene svolto da un individuo che ha vissuto direttamente il problema oggetto di lavoro da parte del gruppo in passato e che è riuscito a superarlo. Questo profilo promuove la costruzione di una relazione con il gruppo basta sull'empatia e la comprensione.
L'assistente sociale, nonostante abbia valori e ideologie differenti, può vedere l'auto mutuo aiuto come segmento di una rete complessa di servizi, arricchendo i propri modelli teorici, ormai consolidati, con una visione più ampia delle risorse a disposizione nel territorio in cui opera.

Il lavoro qui presentato è organizzato in tre parti:
• Nel primo capitolo, attraverso un'analisi diacronica, viene ricostruita la nascita e lo sviluppo dei gruppi di auto mutuo aiuto in modo da comprenderne meglio il meccanismo che rende efficace e efficiente questa pratica terapeutica.
• Nel secondo capitolo, si cerca di analizzare i possibili compiti e funzioni che l'operatore può svolgere grazie alle sue competenze, nei confronti di questa nuova modalità di lavoro, nonostante le tensioni e i contrasti che li caratterizzano.
• Nell'ultima parte viene presentato un approfondimento sui possibili benefici dell'utilizzo dell'auto-mutuo aiuto sui familiari di anziani con demenza.
In conclusione il mio obbiettivo, era quello di studiare i meccanismi che caratterizzano l'auto mutuo aiuto, vedendolo però non come un'attività meramente comunicativa, ma come uno strumento con valenza terapeutica, con la speranza che in futuro possa essere riconosciuto e valorizzato maggiormente, senza che le politiche sociali, a causa delle loro carenze, gettino su di esso le loro responsabilità.

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1 INTRODUZIONE L’oggetto di studio, di questa tesi di laurea, è la nascita e diffusione dei gruppi A.M.A, nel panorama internazionale e successivamente in quello italiano. Pratica, che maggiormente ha colpito il mio interesse, per la sua capacità di accrescere l’autostima e l’autonomia dei partecipanti che vedono, nella condivisione dei comuni problemi e nel confronto delle esperienze, un modo per migliorare il proprio vissuto ed affrontare le difficoltà della vita. Peter Kropotkin, filosofo sociale e rivoluzionario russo, nel suo libro “Mutual Aid”, opera che diede vita a tutta la moderna letteratura in tema di auto mutuo aiuto, avanzò la tesi secondo la quale, l’evoluzione della specie umana non sarebbe stata possibile senza l’attitudine degli uomini a riunirsi tra di loro, cooperare e sostenersi reciprocamente di fronde ai problemi comuni o pericoli esterni; concezione contraria a quella hobbesiana, la quale sosteneva che nello stato di natura non esistessero leggi e che ogni individuo, mosso dal proprio istinto egoistico, cercherebbe di danneggiare chiunque cercasse di ostacolare il soddisfacimento dei propri interessi, dando vita a una guerra di tutti contro tutti. 1 Nell’opera “Che cosa la vita dovrebbe significare per voi” A. Adler (1931) afferma che: “Il singolo essere umano, è debole e limitato e, se rimane isolato, è per lui impossibile perseguire gli scopi che si prefigge. Se vivesse da solo e cercasse di affrontare da solo i problemi, perirebbe, e quindi non sarebbe in grado né di continuare la propria vita, né di fare continuare la vita del genere umano. Egli è legato agli altri uomini e ciò è dovuto alla sua debolezza, alle sue insufficienze e ai suoi limiti; pertanto il passo più importante che egli può fare è quello di associarsi. […] Se dobbiamo sopravvivere, anche i nostri sentimenti devono essere in armonia con questo che è il maggiore dei nostri problemi, dei nostri scopi e delle nostre mete: far continuare la nostra vita personale e far continuare la vita del genere umano su questo pianeta che abitiamo, in cooperazione con i nostri simili.” 2 L’auto mutuo aiuto, pur trovando la sua origine nel campo della salute mentale, 1 B. Sanfilippo, P. Algisi, Il potere trasformativo dei gruppi di auto-mutuo-aiuto, Dialoghi Alderiani, Milano, 2013, p.2. 2 A. Adler, (1931), What life should mean to you, tr. It. Cosa la vita dovrebbe significare per voi, Newton Compton, Roma, 1994.

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Basteri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze del servizio sociale
  Relatore: Elisa Matutini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 48

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alzheimer
assistente sociale
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