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INTRODUZIONE 
 
1.  La sostenibilit  in agricoltura  
 
Negli ultimi anni il termine  sostenibilit   Ł stat o ampiamente usato, anche in campo agricolo. 
Esso deriva dal concetto piø ampio di sviluppo sostenibile, arrivato in Italia alla fine degli anni 
ottanta, in seguito alla pubblicazione da parte del World Commission on Environment and 
Development del libro  Our future  (WCED, 1987). Il testo pred isposto da una speciale 
Commissione mondiale per l ambiente e lo sviluppo nell ambito delle Nazione Unite, definisce 
 sostenibile  uno sviluppo che sia in grado di assi curare alla attuale generazione il 
soddisfacimento dei propri bisogni in modo tale da lasciare alle generazioni future condizioni e 
risorse che consentano anche ad esse di soddisfare i loro bisogni fondamentali. Oggi l agricoltura 
Ł uno dei settori pienamente coinvolti nel dibattito in quanto causa di problemi ambientali, 
energetici, sociali ma anche il settore che possiede piø di altri le potenzialit  per risolverli. 
L agricoltura sostenibile viene definita in molti modi, anche contrastanti. Secondo Crosson e 
Anderson, ad esempio,  un sistema agricolo sostenib ile Ł quello capace di incontrare le richieste 
di cibo e fibre ad un costo economico ed ambientale socialmente accettabile  (Crosson and 
Anderson, 1999). Altieri con il termine sostenibilit  intende la capacit  di un agroecosistema di 
mantenere la produzione nel tempo, a fronte di limitazioni ecologiche e pressioni 
socioeconomiche di lungo termine (Altieri, 1987). 
Il termine sostenibilit  ha tre accezioni (Cai Yunl ong and Smith, 1994): 
- ambientale ed ecologica; 
- economica; 
- sociale e politica:  
Con il termine sostenibilit  ambientale ed ecologica  si vuole considerare i limiti delle risorse 
naturali, paesaggistiche ed energetiche e le ricchezze bio-fisiche presenti negli ecosistemi. 
Alcune di queste risorse sono quantitativamente fissate e destinate ad essere esaurite 
(combustibili minerali). Altre, come la luce solare, la pioggia e il vento, hanno delle variazioni 
cicliche nel tempo. Altre ancora, come le piante e gli animali, il suolo e l acqua, possono essere 
usate come risorse limitate ma che hanno la capacit  biologica di rinnovarsi se viene prestata 
attenzione a salvaguardare le condizioni necessarie per il loro mantenimento. Questo Ł il 
significato piø immediato del termine e piø diffusamente accettato in quanto tende a garantire 
l equilibrio del sistema nel lungo periodo consentendo solo quelle tecniche che causano disturbi 
minimi all ambiente fisico esterno e interno all az ienda. La sostenibilit  dell agroecosistema 
significa quindi ad esempio la conservazione delle risorse del terreno e il mantenimento della 
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biodiversit . L attivit  umana in agricoltura ha la  capacit  tecnica di modificare notevolmente 
l ambiente per scopi produttivi. Il fattore tempo diventa quindi la chiave per interpretare le 
diverse prospettive. Il termine sostenibilit  economica  significa produrre in modo sufficiente da 
garantire un livello di reddito e di occupazione adatto alle potenzialit  e alle esigenze locali, 
limite sotto il quale non potrebbe sussistere nessuna attivit  agricola. L agricoltore deve 
combinare gli inputs che possono essere utilizzati con i costi che ciascuna attivit  agricola 
comporta, con la produzione attesa, con i prezzi di mercato e creare un attivit  capace di ripagare 
tutti i fattori della produzione (manuale, intellettuale, manageriale, finanziario). Meno diffusa nel 
mondo scientifico Ł l accezione sociale del termine sostenibilit  intesa come aspetto agricolo-
strutturale che dipende dal contesto socio-culturale che ha formato l agroecosistema nel tempo 
(Altieri, 1987).  
 
Nell agricoltura tradizionale l azienda Ł un sistema stabile in equilibrio che utilizza le 
conoscenze locali per fare agricoltura con il fine dell autosussitenza alimentare. Gli input esterni 
sono bassi e in molti casi nulli; il controllo delle malattie avviene a seguito della elevata diversit  
colturale e con rimedi tradizionali autoprodotti.; la fertilit  del terreno Ł garantita grazie allo 
scarso sfruttamento del terreno e con fonti organiche animali. Con la rivoluzione verde si viene 
ad affermare l agricoltura industriale o convenzionale, tecnologicamente orientata, coltiva su 
ampie superfici specializzandosi in monocolture con elevato uso di input esterni quali carburante 
per i macchinari, concimi chimici e antiprassitari, acqua per l irrigazione, con il fine di ottenere 
il massimo rendimento economico.  
 
Da sempre, l attivit  agricola permette di sfruttar e e aumentare la produttivit  degli ecosistemi, 
fornendo input supplementari di tipo energetico, chimico e fisico (lavorazioni, fertilizzanti, 
irrigazione ). Il risultato di questa interazione f ra attivit  umana ed ambiente naturale 
costituisce il  sistema agricolo  o  agroecosistema  . Negli ultimi decenni, con lo sviluppo e 
l industrializzazione dei processi, la produttivit  agricola Ł aumentata notevolmente, 
permettendo di supplire alle necessit  alimentari d i una popolazione mondiale in rapido aumento. 
Proprio per queste sue caratteristiche intrinseche, l agricoltura influisce profondamente sugli 
equilibri e sulla struttura degli ecosistemi. L impatto ambientale delle attivit  agricole ha sia un 
effetto di diminuzione della fertilit  dell agroeco sistema stesso, sia sugli ecosistemi esterni.  
 
Nel caso della monocoltura di mais, assai diffusa nelle nostre zone, si stima che le aziende che la 
praticano da 20-30 anni possono, infatti, raggiungere perdite di fertilit  non piø tollerabili dal 
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terreno con scadimento piø o meno grave di alcune caratteristiche chimico-fisiche sulle quali si 
basa la fertilit  del terreno. In particolare sono state messe in evidenza le conseguenze della 
monocoltura con particolare riferimento agli effetti del progressivo depauperamento della 
sostanza organica ed alla oggettiva difficolt  di r ipristinarla. I successi produttivi del mais, e 
l apparente mantenimento della fertilit  dei terren i coltivati in monocoltura, sono in gran parte 
legati alla eccezionale capacit  dei nuovi ibridi d i mais di mantenere produzioni costanti anche in 
condizioni di relativa scarsa fertilit , compensata , tra l altro, da laute concimazioni azotate. A 
tale proposito andrebbero rivalutate le regole della agronomia classica per il mantenimento della 
fertilit : pratiche conservative (minima lavorazion e); abbassamento del rapporto C/N; maggior 
utilizzo ci colture che apportino sostanza organica; maggior ricorso al sovescio; maggior ricorso 
a materiali organici anche di origine extra aziendale (ammendanti), il tutto finalizzato al 
mantenimento della sostanza organica. 
Per ammendante si intende qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale od organica, capace 
di modificare e migliorare le propriet  e le caratt eristiche chimiche, fisiche, biologiche e 
meccaniche di un terreno. Il loro contenuto in elementi nutritivi Ł relativamente ridotto e, di 
conseguenza, possono essere impiegati in dosi massicce, tali da incidere significativamente sulla 
dotazione organica del suolo. 
L impiego di ammendanti in agricoltura Ł finalizzato essenzialmente a veicolare della sostanza 
organica nell agroecosistema, per mantenere o incrementare le caratteristiche favorevoli dei 
terreni. 
In tale ottica l impiego di ammendanti non convenzionali come compost, fanghi e, piø di recente, 
digestati, vengono proposti come un classici esempi di apporto di sostanza organica al terreno, 
prendendo atto della scarsa disponibilit  di matric i organiche (letame e quant altro) in alcuni 
areali, e del fabbisogno di sostanza organica elevato in situazioni pedoclimatiche in cui la 
mineralizzazione della sostanza organica Ł forte. 
Una recente indagine (State of the World, 2004) che ha messo a confronto l’agricoltura biologica 
e l’agricoltura convenzionale in alcune stazioni di ricerca degli Stati Uniti, ha evidenziato che le 
rese di mais biologico erano pari al 94% di quelle convenzionali, mentre quelle di grano 
raggiungevano il 97%, quelle di soia il 94%, e quelle di pomodori addirittura non mostravano 
alcuna differenza. 
Uno studio realizzato nel Maikaal (India centrale), durato sette anni, che ha coinvolto 1.000 
agricoltori per un territorio agricolo complessivo di 3.200 ettari, ha fatto emergere che i raccolti 
biologici di cotone, grano, peperoncino e soia erano in media uguali o fino al 20% superiori a 
quelli provenienti da campi gestiti secondo metodi convenzionali. Gli agricoltori e gli agronomi 
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hanno attribuito i risultati incoraggianti, in una regione peraltro cos  arida, al ruolo giocato da 
numerosi fattori tra i quali le rotazioni colturali e l apporto di biomasse, che contribuivano 
all’incremento della sostanza organica del suolo, utile a favorire la ritenzione dell’ acqua. 
 
2. La sostanza organica e la qualit  dei suoli 
 
2.1 Introduzione 
 
La qualit  del suolo dipende da diverse propriet  f isiche, chimiche e biologiche; tra quelle 
chimiche, il contenuto di sostanza organica (S.O.) Ł la propriet  che tuttavia ha ricevuto 
un attenzione maggiore poichØ Ł di gran lunga il costituente del suolo piø reattivo (Nannipieri, 
1993).  
Depauperamento della sostanza organica 
L incremento della popolazione mondiale ha portato ad una continua crescita della domanda di 
cibo ed energia. Di conseguenza l attivit  antropic a dell ultimo secolo si Ł caratterizzata per un 
sempre maggior sfruttamento delle risorse ambientali. 
In modo particolare nel mondo agricolo e forestale ci  ha comportato una considerevole 
diminuzione della sostanza organica: diverse sono le cause ma tutte, anche se con peso diverso, 
hanno contribuito allo squilibrio degli ecosistemi prima e degli agroecosistemi poi.    
L erosione idrica ed eolica, la lisciviazione e mineralizzazione, sono le prime cause, ma sono 
dovute a molteplici e scorretti comportamenti antropici.  
Uno dei principali su scala mondiale, Ł il passaggio di aree naturali ad uso agricolo , che 
espongono il suolo agli agenti atmosferici. Come avviene anche nel caso della deforestazione 
spinta, praticata per ottenere legname, si  accellerano  i processi della  mineralizzazione della 
sostanza organica. Inoltre, sia il disboscamento che il cambio d uso del suolo, incidono 
pesantemente sul paesaggio e sulla biodiversit  deg li ecosistemi, portando ad un forte 
sbilanciamento del ciclo naturale del carbonio.       
In ambito agricolo, ad eccezione delle aree in cui ancora si dispone di abbondanti quantitativi di 
letame, la sostanza organica contenuta in molti suoli d’Europa sta progressivamente diminuendo 
prevalentemente a seguito dell’adozione di pratiche agricole intensive, particolarmente 
nell’Europa occidentale. L insieme delle tecniche agricole utilizzate dall uomo nell ultimo 
secolo, si sono caratterizzate infatti per la continua intensificazione e ormai si devono 
considerare come un altra importante causa del depauperamento del carbonio organico nei suoli. 
Sono cos  riassumibili: 
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- le monosuccessioni colturali, che sono basate solo sul prezzo di mercato e la bruciatura 
dei residui colturali; 
- le arature eccessive e troppo profonde, che espongono la sostanza organica a piø veloce 
mineralizzazione ed erosione, in particolare modo nei periodi freddi e di  abbondanti 
piogge; 
- il controllo meccanico delle infestanti, in particolare su terreni accidentati, provoca il 
continuo distacco dello strato superficiale e il trasporto dei sedimenti; 
- la scorretta gestione delle acque irrigue: nel caso di continue ed eccessive irrigazioni 
rispetto alla effettiva capacit  d infiltrazione de l suolo, si provoca, oltre all innalzamento 
delle falde, episodi di forte lisciviazione con perdita di sostanza organica ed elementi di 
nutrizione vegetale. Al contrario nei suoli a cui non viene fornito sufficiente volume 
d acqua e/o  per  periodi eccessivamente lunghi, si  incide negativamente sulla porosit  
del terreno; 
- le fertilizzazioni su suoli non sufficientemente umidi e il passaggio di macchine pesanti ( 
> alle 6 ton di peso per asse) provocano destrutturazione/deterioramento e compattazione, 
predisponendo il suolo a fenomeni di erosione e lisciviazione della sostanza organica;  
- l eliminazione dei tradizionali filari e siepi, insieme al sovrasfruttamento dei pascoli, 
espone maggiormente i suoli all azione degli agenti atmosferici. 
  
Anche l abbandono agricolo, come quello dei terrazzamenti e d importanti aree Mediterranee a 
colture estensive, dovuto spesso alla non sufficiente sostenibilit  economica, porta a forte 
erosione. (Sanroque, 1987; Rubio, 1995). 
La continua espansione urbana ed industriale, influisce negativamente sulla biodiversit , sulla 
qualit  ambientale e sulla fertilit , spesso in mod o irreversibile, aumenta l impermeabilizzazione 
dei suoli, non permettendo cos  all acqua, necessar ia per diversi cicli naturali, di raggiungere 
falde e suolo.  
L erosione idrica ed eolica sono comunque le cause principali del depauperamento della sostanza 
organica e sono fenomeni in continua evoluzione che si manifestano in molte aree coltivate con 
evidenti processi di degradazione del suolo, particolarmente gravi in alcune parti d’Europa 
(Blum, 1990; Ernstsen, 1995).  
Alcuni suoli, diffusamente presenti nei Paesi europei, sono affetti (Van Lynden, 1995) da intensi 
processi di erosione idrica, stimati in circa 115 milioni di ettari (il 12% del suolo agrario totale 
europeo) da quella eolica per 42 milioni di ettari (il 4% del totale) Oldeman et. al. (1991). 
Nell’intera confederazione Russa, compresa la sezione asiatica, il 15% di tutti i terreni irrigati e il 
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16% di quelli provenienti dai prosciugamenti naturali e/o artificiali sono gravemente danneggiati 
(ristagni idrici, salinizzazione, erosione), ci  Ł stato causato soprattutto da una inadeguata 
gestione nell’uso dell’acqua (Ministero per la Protezione della Natura della Federazione Russa, 
1996). Il problema Ł ancora piø severo nella regione mediterranea, dove l’erosione idrica Ł 
dominante; infatti, si registra, per ogni singolo evento piovoso con deflusso, la perdita da 20 a 40 
t ha-1 di suolo, con piø di 100 t ha-1 per eventi estremi (Morgan, 1992). Il processo Ł favorito 
dalle particolari caratteristiche di questa vasta regione, tra cui:  
• pendii ripidi;  
• frequenti piogge torrenziali;  
• riduzione del manto erboso ad opera di attivit  agr icole intensive e sfruttamento 
eccessivo del pascolo, l’introduzione di piantagioni arboree da legno, gli incendi e le altre 
trasformazioni (sviluppo industriale ed urbano);  
• abbondanza di suoli suscettibili ai processi erosivi;  
• periodi piovosi in corrispondenza di scarsa o assente copertura erbacea;  
• riduzione di pratiche agricole estensive sostenibili;  
• abbandono dei terreni a causa di progressivi cambiamenti socioeconomici 
(desertificazione).  
La suscettibilit  del suolo all’erosione eolica Ł determinata da fattori simili a quelli dell’erosione 
idrica. In piø, l’erosione eolica Ł stata favorita dalle condizioni di rapido ed eccessivo 
prosciugamento delle terre emerse. In Europa l’erosione eolica ha determinato soprattutto la 
perdita dello strato superficiale del terreno. La distribuzione dell’erosione eolica in Europa spiega 
che i fattori fisici (il clima in particolare) possono essere piø determinanti dell’azione antropica, 
che piø in generale domina l’erosione idrica. I diffusi fenomeni di erosione eolica nell’Europa 
sudorientale, particolarmente nella pianura russa, rappresentano il risultato della combinazione di 
un clima continentale asciutto e di suoli con caratteristiche fisico chimiche molto vulnerabili, 
accompagnata all’irrazionale impiego delle pratiche agronomiche. Inoltre, l’erosione eolica ha 
provocato anche sensibili problemi in alcune zone coltivate della Lapponia, dove i suoli 
particolarmente fragili sono parzialmente influenzati anche dalle attivit  antropiche, tra cui 
l’eccessivo sfruttamento del pascolo ad opera di greggi di renne, selvicoltura e turismo 
incontrollato. ( www.ecaf.org/italia/) 
Il contenuto di sostanza organica nel suolo Ł un potenziale indicatore ambientale in quanto si 
correla con numerosi aspetti della produttivit  e s ostenibilit  degli agroecosistemi e della 
conservazione ambientale (Smith et al., 2000). 
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Essa rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli organismi del suolo ed una fonte di 
nutrienti per le piante, regola la ritenzione dell acqua, influenza la biodegradabilit , la 
persistenza e la reattivit  degli xenobiotici, cont ribuisce a limitare il fenomeno dell erosione 
stabilizzando la struttura (Kumar et Goh, 2000). Inoltre, la sostanza organica costituisce un 
importante serbatoio di carbonio, in equilibrio dinamico con gli altri comparti nel ciclo globale 
del carbonio. In pratica, la S.O. ha un ruolo trasversale nel suolo (Figura 1), in grado di 
influenzare le propriet  fisiche, chimiche e biolog iche, l’insieme delle quali costituisce la fertilit  
del suolo (Stevenson, 1994). 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fig.1 - Azioni della sostanza organica nei suoli. 
 
Risulta quindi importante richiamare alcuni concetti base che riguardano la sostanza organica del 
suolo. 
 
2.2 La sostanza organica nei suoli 
 
La sostanza organica che perviene al suolo, dove verr  in parte decomposta e in parte trasformata 
in una riserva di energia, deriva prevalentemente dal regno vegetale (dagli apparati aerei e 
radicali, fino alle parti legnose e resistenti), mentre mesofauna e microrganismi conferiscono un 
contributo di minore rilevanza (Fig. 2). 
Struttura 
Biomassa microbica Ritenzione d acqua 
Flusso di nutrienti 
Scambio cationico 
Azione tampone 
Chelazione metalli 
Sostanza 
organica del