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La guida generale degli archivi di Stato, 1981


Di tutt’altro genere è il panorama che dal 1981 viene fotografato nella Guida generale degli archivi di Stato. Il numero degli istituti di cui è descritto l’insieme dei relativi complessi documentari, è di gran lunga superiore a quello presente nelle opere sinora ricordate, dal momento
che vi è un istituto archivistico in ogni capoluogo di provincia, oltre che sezioni di archivi di fatto dipendenti dai rispettivi archivi dei capoluoghi. Il metodo storico secondo il quale l’ordine da dare e con cui descrivere la documentazione appartenente ai vari uffici e organi deve rispettare il modo in cui essa è stata prodotta e organizzata nel tempo come memoria-autodocumentazione degli stessi, è il criterio archivistico di base accettato dalla teoria e sostanzialmente seguito nella pratica. Le partizioni adottate nella Guida generale per gli insieme dei complessi documenti appartenenti agli archivi di stato, sono state, fatta eccezione dell’archivio centrale dello stato, sostanzialmente due. L’una utilizzata per gli archivi statali, basata sulle cadenze periodizzanti della grande storia, l’altra utilizzata soprattutto per archivi non statali, ma anche per quelli comunque non periodizzabili che rinvia a ripartizioni sistematiche ed empiriche in quanto collegate a fatti archivistici o a situazioni storiche o a peculiarità istituzionali. Seguendo le tradizionali periodizzazioni della grande storia cui va subordinata la piccola storia delle vicende e traversie delle carte, il momento formativo dello stato unitario è stato considerato la discriminante periodizzate tra passato e presente, tra antico e moderno e contemporaneo. La documentazione a esso precedente è stata a sua volta suddivisa in 3 periodi indicati con le denominazioni di antichi regimi, periodo napoleonico, restaurazione. Le ripartizioni seguite nella guida sono anch’esse, come altre che compaiono nelle opere di carattere generale che l’hanno preceduta, un modo di organizzazione-trasmissione o di montaggio della memoria fonte. L’operato degli istituti archivistici statali e degli archivisti che l’hanno programmato e, almeno in parte reso possibile, ha notevolmente condizionato le strategie sulla trasmissione della memoria documentaria.

Tratto da GLI ARCHIVI TRA PASSATO E PRESENTE di Alessia Muliere
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