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Il sindacato fascista

Il sindacato fascista


In questo clima rovente, reso ancora più agitato dall’instabilità politica e dalle gravi difficoltà finanziarie della riconversione post-bellica, il movimento fascista giunse alla conquista del potere.
Le principali confederazioni di categoria deplorarono le violenze dello squadrismo.
Dopo l’assassinio di Matteotti il direttivo della Confindustria chiese il ripristino dell’ordine e della legalità costituzionale.
Solo nell’ottobre 1925 la Confindustria si rassegnò a riconoscere, col Patto di Palazzo Vidoni, il sindacato fascista come suo unico interlocutore.
Si accentuerà man mano l’egemonia sociale degli industriali in Italia.
Einaudi ne “Lotte del lavoro”, denuncerà il fatto che dopo la Prima guerra mondiale e poi col Fascismo gli industriali non sono più l’elite culturale spinta al mutamento e dinamica dei primordi durante l’età giolittiana, ma di potere, conformista, preoccupata unicamente della salvaguardia di ciò che ha acquisito.

Tratto da L'ITALIA DELLE FABBRICHE di Cristina De Lillo
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