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Mattia Pascal morto suicida e nuova vita di Adriano Meis

Mattia Pascal morto suicida e nuova vita di Adriano Meis



Con il matrimonio Mattia Pascal è precipitato in una situazione insopportabile; i continui litigi con la moglie e soprattutto con la suocera, la madre maltrattata, le ristrettezze economiche – ha trovato un posto come bibliotecario grazie all’ amico Pomino - ancora più pesanti considerata la condizione agiata di cui godeva precedentemente, la morte della figlioletta amatissima a un solo anno di vita, la morte della madra…un grigiore soffocante, la vita sentita come trappola, come tortura.
Un giorno in uno scatto di insofferenza decide di allontanarsi da casa, pensando di recarsi a Marsiglia e di imbarcarsi per l’ America. Si ferma a Nizza e da lì a Montecarlo il passo è breve. Gioca alla roulettes e vince in maniera  sfacciata, per molti giorni di seguito (82.000 lire!!!) Per fortuna—la fortuna è sua grande amica in questa fase – l’ atmosfera equivoca e anche tragica del Casinò – assiste al suicidio di un giocatore sfortunato -  ad un certo punto lo induce a riprendersi dalla frenesia del gioco  e a tornarsene a casa. Ma in treno apprende dal giornale di essere morto suicida. In uno dei suoi poderi, per altro abbondantemente ipotecato, la Stia, era stato trovato un cadavere in avanzato stato di putrefazione e la moglie e la suocera vi avevano riconosciuto Mattia Pascal. Improvvisamente gli si apre un campo illimitato di possibilità, la libertà, una vita vera. Decide di andarsene in giro per il mondo, vivendo  in un’ identità sospesa, quella di Adriano Meis, nome fittizio che si inventa lì per lì sentendo una conversazione in treno fra due dotti compagni di viaggio sulla supposta bruttezza di gesù. Nella disputa compare il nome dell’ imperatore Adriano e di uno studioso, Camillo De Meis.
Per due anni viaggia in diverse città italiane e anche in Germania, fino al nord del paese. Vive nel presente, non gli pesa la solitudine,  l’ idea di una libertà sconfinata gli fa provare una felicità così forte da smarrirsi dentro. Pensa a costruirsi un’ identità plausibile, un luogo di nascita, una famiglia d’ origine, ma il sentimento dominante è il beato stupore della libertà.

Tratto da L'OPERA E IL PENSIERO DI LUIGI PIRANDELLO di Loredana Rossi
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  • Autore: Loredana Rossi

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