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Anselmo. Niente è impossibile per Dio


Per Anselmo allora non è corretto affermare che per Dio vi è qualcosa di impossibile (ad esempio cancellare il passato): si dice infatti impropriamente che Dio non può fare qualcosa, così come impropriamente si dice che non conosce qualcosa. Ciò che egli fa lo fa in vista del bene, che per la sua natura risulta essere necessario. Se qualcosa è avvenuto non si può negare che si avvenuto; né tanto meno si può negare che egli l’abbia voluto. Insomma ciò che deve essere messo particolarmente in luce è il fatto che Anselmo non ha paura di applicare fino in fondo la dialettica, anche a tutto il campo della scienza sacra. E se Damiani afferma che la dialettica si blocca di fronte all’eternità, cioè che non si può parlare in Dio di passato, presente e futuro, ma di un eterno presente, un eterno presente che non permette di applicare la stessa logica che si applica al concetto di tempo terreno; Anselmo afferma inequivocabilmente che se una cosa è stata, non si può dire il contrario e dunque scatta la necessità la quale non è subordinata alla libertà divina (come voleva Damiani, che in questo modo voleva appunto salvare l’onnipotenza divina) ma coincide con essa. Quali siano i meccanismi di tale coincidenza Anselmo non ha la presunzione di conoscerli, data l’imperscrutabilità del volere divino.

Tratto da LA DOTTRINA DEI TEOLOGI di Carlo Cilia
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