Skip to content

La definizione di viaggiatore di Ungaretti


L'andare verso casa sembra essere l'unico scopo della ricerca del viaggiatore, nomade e girovago, che è Ungaretti, continuamente in fuga verso una matea e una patria a lui sempre ignote. Sentimento di estraneità in qualunque luogo ci si trovi e ricerca di una casa e di una patria spingono a viaggiare un uomo cosciente di dover vivere anche nel suo stesso “rinchiudersi in una tomba”. Il viaggiatore e poeta Ungaretti capirà presto che bisogna discendere nella tomba per poter vivere, e non sembra azzardato ipotizzare che questa discesa verso il basso sia il dato primario e fondante di un viaggio che attraversa tutte le zone della sua vita, come della sua poesia e della sua prosa. La morte non viene dopo la vita, ma prima, ed è una condizione ontologica che marchia lo stesso inizio dell'esistenza.
La prima essenziale definizione che Ungaretti dà di sé come viaggiatore risale a quella contenuta nell'Allegria di naufragi del 1919. Girovago e Viaggio erano prima titoli di componimenti, poi il primo diventerà anche titolo di sezione mentre il secondo confluirà in Girovago. Il viaggio ungarettiano è dunque in partenza quello di chi vaga in giro, di chi si soprende a ritrovarsi inserito in un giro che lo trascende e trascina. In Sereno dice: mi riconosco / immagine / passeggera / Presa in un giro / immortale. Sentirsi preso nel cerchio del tempo, dello spazio e della storia è il sentimento dal quale si genera il moto centripeto di ogni movimento ungarettiano come ritorno al primum esistenziale, al punto originario di una vita e di una terra innocenti. Si potrebbe semplicemente chiudere il discorso critico affermando che i viaggi di Ungaretti sono tutti tentativi di approssimazione fantasmatica al luogo mitico del paese innocente e del minuto di vita iniziale, intercambiabile con la morte e che di questo scambio della morte con la vita sono testimonianza materiale le tombe. Ma la vita di un uomo di nome Ungaretti è un viaggio continuo, senza meta. Per un figlio di emigranti la meta poteva essere Lucca, la patria dei suoi padri ma il giovane Ungaretti, proprio in Lucca dice che In queste mura non ci si sta che di passaggio. / Qui la meta è partire. Così il viaggio ricomincia continuamente.

Tratto da LETTERATURA MODERNA E CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.