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Il sistema fondiario


Già nel periodo Nara il forte incremento demografico aveva portato ha una sproporzione fra popolazione e terre coltivate, inoltre la forte pressione fiscale aveva spinto molti contadini ad abbandonare le terre assegnateli dal sistema kubunden.
Il governo aveva già nel 722 progettato di ampliare le zone coltivabili a nord-est del paese, ma non aveva trovato la manodopera necessaria, perciò la bonifica venne affidata a privati, in cambio del possesso per una o tre generazioni o addirittura in perpetuo delle terre bonificate. In seguito a questo provvedimento soprattutto l'aristocrazia e le istituzioni buddhiste erano riuscite ad ottenere il possesso perpetuo delle terre sfuggendo al sistema del kunbunden, che prevedeva la loro ridistribuzione ogni sei anni.
Questo cambiamento del sistema fondiario perdurò anche in questo periodo, infatti diminuirono sempre più le terre distribuite mediante il sistema kubunden e aumentarono le tenute private non più controllate dal governo centrale, definite shoen. Queste sfuggirono sempre più al controllo statale e ottennero l'esenzione dal pagamento delle tasse, questo attirò i contadini, che avevano lasciato le terre a causa dell'oppressione fiscale, e vennero impiegati negli shoen come manodopera.

Alcuni imperatori, come Kanmu, cercarono di riportare sotto il controllo statale gli shoen, ma in seguito fu proprio lo stato con la concessione delle esenzioni fiscali a causare l'incremento di queste tenute private. All’inizio l'esenzione fiscale fu limitata alla produzione dei cerali, ma poi venne estesa anche alle altre colture, privando le casse statali dei proventi delle imposte e dei contadini che preferivano spostarsi dalle terre pubbliche ai possedimenti privati. Alcuni contadini, oltre alla manodopera offrivano allo shoen di cui andavano a far parte, il loro appezzamento di terra in cambio di una parte del raccolto, in questo modo sempre più terreni venivano sottratti al controllo centrale. Dagli shoen si passò agli ichien shoen, dei terreni totalmente amministrati da privati e dunque non più soggetti al controllo degli ispettori catastali e della polizia locale. I proprietari, detti ryoshu, che possedevano numerosi shoen, non potendo esercitare un controllo diretto su ciascuno di questi latifondi, furono costretti ad affidare a dei funzionari locali, detti shokan, l'amministrazione dei loro terreni. I proprietari o ryoshu, che risiedevano nelle loro tenute, dovettero ricorrere all'appoggio di autorevoli protettori nell'ambiente di corte, detti honke, che garantivano il mantenimento di privilegi su quella terra in cambio di una parte del raccolto.

Anche se l'organizzazione dello shoen, cambiava a seconda che il proprietario risiedesse o meno nella tenuta, in ogni caso, la gerarchia era simile: al vertice c'era il proprietario, ryoshu, seguito dagli amministratori, shokan, nel caso il proprietario non risiedesse in loco, oppure da un protettore, honke, se il proprietario viveva nella tenuta; in entrambi i casi al gradino successivo si trovavano i contadini proprietari, myoshu, seguiti da una massa di contadini dipendenti. I myoshu erano quei contadini che erano entranti a far parte dello shoen portando con sé un piccolo appezzamento, e per questo avevano diritto ad una parte del raccolto.

A ciascun ruolo della gerarchia dello shoen corrispondevano determinati benefici, shiki, che equivalevano a una quota dello shoen, in cambio della quale bisognava svolgere determinati compiti. Tali benefici si basavano anche su accordi personali ed erano spesso ereditari.

I proprietari degli shoen spesso avevano mantenuto i privilegi grazie al controllo militare, che alla fine del periodo Heian era divenuto ben più efficiente di quello imperiale.

Lo scopo iniziale della creazione di un esercito nazionale era quello di mettere fine all'autonomia dei clan locali, gli Uji, e difendersi dagli eventuali attacchi della Cina dei Tang e dei Sui. La leva obbligatoria però non ebbe grande successo perché sottraeva manodopera alle campagne e i soldati dovevano proccurarsi autonomamente l'armamentario e i viveri. Nel 792 l'imperatore Kenmu aveva abolito la leva obbligatoria sostituendola con milizie locali, dette kondei, che finirono per essere la base di un potere militare locale, sempre più autonomo dal governo centrale, in mano ai governatori provinciali. Questo sistema concorse alla nascita di una classe di guerrieri professionisti, dotati di armi e cavalli, che si dedicavano all'addestramento nelle arti militari e che sarebbero entrati a far parte dell'élite al governo.

Tratto da STORIA DEL GIAPPONE di Veronica Vismara
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