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Dante e Pia dei Tolomei - Purgatorio -



Sempre senza la minima transizione narrativa Dante accoglie la terza voce, quella di Pia dei Tolomei. La femminilità della donna traspare sia dal pudore delle sue parole sia dalla sollecitudine per la fatica e il riposo del pellegrino. Come non vi è introduzione narrativa, così non c'è commento dell'autore: le parole della Pia sono quasi sospese nel vuoto, come dette a distanza.
È stato sempre osservato che le confessioni dei tre personaggi sono di natura e tono del tutto diversi: quanto i due racconti precedenti sono diffusi, dettagliati ed espliciti, tanto quello di Pia è essenziale e quasi chiuso (solo tre versi), ritroso, evasivo. Quanto nei primi due la circostanza della morte è rievocata con feroce concretezza, tanto qui è appena allusa. Là è esposto in tutta la sua materialità e diffusione, il sangue, qui è taciuto. Là è sottolineata drammaticamente con un caddi la pesantezza della caduta finale mentre in Pia nessun accenno. Nei primi due racconti òa geografia è puntualissima, mentre nel terzo troviamo un generico Maremma. Iacopo accusa esplicitamente il mandante dell'assassinio mentre Pia ricorre ad una perifrasi che sa quasi di assoluzione; in fondo fu il marito ad assassinarla e Pia è combattuta per l'omicidio peggiore realizzabile. Infine a differenza delle richieste di preghiera dei primi due personaggi, Pia si limita ad affidarsi al buon cuore del poeta.

Tratto da STORIA DELLA LINGUA ITALIANA di Gherardo Fabretti
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