Skip to content

Kant: La rivoluzione


La rivoluzione in quanto trasformazione violenta dell’ordine politico pone il problema di intendere la funzione che hanno le lotte politiche, i conflitti, le guerre, nel processo di formazione della società e quindi nell’affermazione del principio del diritto.
La natura ha dotato l’uomo di ragione e volontà affinchè egli possa perfezionarsi continuamente. Il fine della natura è che l’uomo si elevi tanto da rendersi degno della vita e della felicità. Questo fine può essere conseguito dall’uomo solo stabilendo e mantenendo rapporti con gli altri uomini, condizione necessaria per lo sviluppo delle sue attitudini. Queste sono promosse da due tendenze:
la socievolezza: il desiderio che ha l’uomo di unirsi con il suo simile per esprimere la sua personalità, che si forma grazie alla partecipazione di quanto viene fatto.
La insocievolezza: la tendenza a esaltare se stesso sugli altri, a concentrare su di sé i benefici della vita sociale.

L’uomo è costretto dalla natura a entrare in società con i suoi simili sotto la spinta dei bisogni più elementari e urgenti, per una esigenza di difesa e tutela della vita e nello stesso tempo è proprio la società che sviluppa nell’uomo l’inclinazione all’antagonismo col favorire della passioni, desideri, sentimenti che contrappongono gli uomini tra loro. Se non ci fossero le contrapposizioni tra gli uomini non sarebbero state possibili le conquiste della ragione e dell’ingegno umani.
Il progresso si realizza con un meccanismo per cui l’uomo è tenuto a freno dai suoi stessi impulsi, passioni che creano le situazioni che costringono l’uomo a fondare la società civile.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.