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Classificazione dei pascoli

I pascoli sono cenosi vegetali la cui fitomassa viene utilizzata in parte o totalmente da animali che la prelevano direttamente dagli organismi che la hanno prodotta. Dal punto di vista agro-zootecnico rappresentano le colture foraggere di diversa origine, di differente composizione flogistica e di varia durata la cui produzione viene prelevata in parte o totalmente da animali con regime alimentare vegetale allo scopo di nutrirsi.

In base all’ORIGINE vengono distinti in:
• Naturali (presenti a quote più elevate del limite della vegetazione arborea, sono costituite da specie erbacee frammiste e suffrutici, mentre salendo di quota si passa gradualmente a
cenosi in cui le specie legnose sono sempre meno diffuse fino a giungere a vegetazioni formate esclusivamente da specie erbacee)
• Spontanei (presenti sotto il limite della vegetazione arborea dove si sono formati in epoca più o meno recente in conseguenza a tre specifici fenomeni:disboscamento della superficie
interessata, successivo inerbimento spontaneo della superficie denudata con specie locali e l’utilizzazione ininterrotta)
• Artificiali (pascoli formati a partire dalla distribuzione, da parte dell’agricoltore, di semi scelti a tale scopo appartenenti ad una sola o più specie; sono pascoli artificiali anche quelliche sono formati a partire dalla distribuzione di seme raccolto da prati e pascoli locali o di fiorame recuperato in fienili)

La COMPOSIZIONE FLORISTICA dei pascoli naturali e spontanei è il risultato dell’interazione di due processi e cioè: la prima è quella esercitata dalle caratteristiche pedoclimatiche della zona considerata sulle numerose specie e l’azione selettiva svolta dalle specie tra loro una volta che hanno avviato la convivenza; la seconda è rappresentato dall’effetto del pascolamento tramite il quale vengono ridotti gli apparati epigei delle piante della cenosi tabulare ma tale asportazione risulta più consistente per le piante di maggiore taglia.

In base alla DURATA vengono distinti in:
• Permanenti (superfici che svolgono tale funzione in conseguenza delle caratteristiche ambientali dell’area in cui sono presenti oppure ininterrottamente da ,almeno, vari decenni. I
pascoli posti sopra il limite della vegetazione sono permanenti da sempre, mentre quelli presenti sotto tale limite sono considerati permanenti a partire dalla fase in cui il bosco è
stato eliminato per far posto al pascolo. Sono superfici che presentano un clima proibitivo, una pendenza elevata, un terreno superficiale, una rocciosità affiorante, o ceosi tabulari
formatesi su ex arativi o su ex prati).
• Poliennali (superfici tabulari che sono formate per svolgere la loro funzione per alcuni anni, quindi di massima seguono e precedono altre colture e pertanto rientrano tra le colture
avvicendate; non sono molto diffusi nella zona alpina perché il loro impianto necessita di particolari interventi, sono formati da 1 o più specie).
• Annuali (quelli che forniscono la produzione durante una sola stagione vegetativa, non sono diffusi nella zona alpina, mentre sono frequenti nelle zone italiane a clima mediterraneo
dove infatti vengono utilizzati con il pascolamento anche erbai e superfici a maggese inerbito).

Tratto da FORAGGICOLTURA di Denis Squizzato
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