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Norme Comunitarie: i Regolamenti e le Direttive


- Nei trattati dell’Unione Europea, ci sono alcuni principi che non riguardano il diritto tributario direttamente, ma indirettamente, vedi il principio di non discriminazione sulla base della nazionalità (non si possono trattare diversamente le persone solo sulla base della nazionalità); la tendenza è ampliare questo concetto, ad esempio non discriminazione anche in base alla residenza.
Non si deve trattare diversamente in modo ingiustificato.
Altri principi che possono incidere sono la libertà di stabilimento, “se l’Italia stabilisse che gli stranieri devono pagare 10 volte di più le tasse rispetto agli italiani, la norma sarebbe violata”.
Lo stesso vale per la libertà di movimento di capitali, poi c’è il principio di proporzionalità, che significa che a parità di vantaggio per lo Stato si deve arrecare al cittadino il minor svantaggio possibile;  a parità di risultato si deve far sacrificare di meno.
Quando si stabiliscono delle norme si devono fare delle norme ragionevoli.
Ad esempio “è proporzionale una norma che dice che il contribuente IVA deve recarsi  a pagare l’IVA immediatamente, come l’avvocato che fa la fattura e riceve l’IVA dal cliente, e quindi deve recarsi immediatamente a versarla?”  E’ incostituzionale oltre che irragionevole.
Poi ci sono le norme comunitarie derivate che sono i regolamenti e le direttive.
Una direttiva è direttamente applicabile quando non è condizionata ed è immediata. C’è una materia tributaria in cui la disciplina comunitaria prevale su quella interna, ed è l’IVA; la regolamentazione comunitaria è ormai prevalente.

Tratto da APPUNTI DI DIRITTO TRIBUTARIO di Luisa Agliassa
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