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Il tempo e la durata


Il tempo si trasforma da circolare, per il cinema classico, a lineare, dopo la Nouvelle Vague.
Il tempo riguarda la narrazione, nel cinema non riguarda solo la durata di un film. Il cinema classico, il cinema di narrazione, a soggetto, ha una durata standard e raggiunge massimo tre ore, ed è il lungometraggio. Cortometraggio da pochi minuti fino a 20. Da 30 in poi a 60, mediometraggio.

Il concetto più importante è il ritmo. Il modo di concepire un film varia a seconda dei periodi storici del cinema. Il cinema classico ha un tempo qualitativo e circolare.
Il tempo del film comincia coi titoli di testa e prima dei titoli di testa non è avvenuto nulla che riguardi la narrazione cinematografica. Quindi questi titoli sono come un sipario che si apre e da inizio alla rappresentazione. Il film classico del cinema classico termina con la didascalia fine che segna la conclusione della narrazione, spesso legata a uno scioglimento dell’azione, dei rapporti tra i personaggi.

Questa formula ha funzionato fino alla Nouvelle Vague francese, poi il rapporto con il tempo si trasforma in tempo quantitativo. Il tempo smette di essere circolare e conchiuso, cioè definito dentro il tempo della rappresentazione, ma ciò che noi vediamo da spettatori è una porzione del tempo, un segmento di un tempo lineare. Scompare la didascalia fine, i titoli di testa entrano in un secondo momento. Noi vediamo un primo blocco narrativo e solo dopo entrano i titoli di testa.

Nel 1994, esce Pulp Fiction di Quentin Tarantino e vince al festival di Cannes, ancora si trasforma questa concezione del tempo. Il tempo diventa frammentato. Non assistiamo più a una evoluzione cronologicamente ordinata degli eventi, ma a delle sezioni che tra loro si intersecano, disordinate, non ordinate cronologicamente, a limite ordinate logicamente per costruire una narrazione coerente.
Pulp fiction prevede che delle sequenze di situazioni che sono avvenute dopo si vedano prima e viceversa, quindi è ricostruito grazie allo spettatore.

Tratto da CRITICA DEL CINEMA di Nunzia Marullo
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