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Conseguenze dell’illecito nell'ambito del diritto internazionale: autotutela

Le conseguenze dell'illecito consistono in una nuova relazione giuridica tra lo Stato offeso e lo Stato offensore, discendente da una norma secondaria  (contrapposta a quella primaria, cioè quella violata). Tuttavia, vi sono vari orientamenti al riguardo:
-Anzillotti: la conseguenza dell’illecito consiste nel ripristino della situazione quo ante, e nel risarcimento del danno o nella soddisfazione (in caso di danno immateriale) ;
-Kelsen:  le uniche ed immediate conseguenze dell’illecito sono le misure di autotutela, mentre la riparazione è solo eventuale e dipende da un accordo tra i due stati.
L’autotutela è la normale reazione all’illecito, e consiste nel farsi giustizia da sé, ma che in ogni caso non deve consistere nella minaccia o nell'uso della forza  (art. 2 Carta delle N. U.) , se non come risposta ad un attacco armato già sferrato  (art.51) .
Ma al divieto di usare la forza fa eccezione il caso di legittima difesa contro un attacco armato già sferrato, fermo restando il principio di proporzionalità.
Esistono varie specie di autotutela:
1) Rappresaglia (o contromisura): comportamento dello stato leso che di per sé sarebbe illecito, che diviene lecito in quanto costituisce una reazione ad un illecito altrui. Essa ha come limiti:
a) proporzionalità: tra violazione e reazione.
b) rispetto del diritto cogente:  non si può ricorrere alla rappresaglia se prima non sono stati esperiti tutti i mezzi per una soluzione della controversia. Fà eccezione, l'uso della forza per respingere un attacco armato.
2) Ritorsione: comportamento inamichevole (rottura rapporti diplomatici o collaborazione) .
3) Autotutela collettiva: intervento degli Stati, in risposta a dei crimini internazionale  per i quali tutti gli Stati possono considerarsi lesi.

Tratto da DIRITTO INTERNAZIONALE di Antonio Amato
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