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Il sistema giuridico in Africa

Il sistema giuridico in Africa


A fondamento del dritto c'è la religione. Ci sono diversi formanti e istituti ripresi dall'Islam. Esiste il formante dottrinale, influenzato dal modello germanico e islamico.
Paesi a nord del Sahara: Islam
Paesi a sud del Sahara: 5 stratificazioni, pluralismo giuridico
Diritto tradizionale: in molte aree le società sono basate sulla raccolta, gli agricoltori, cacciatori. Non esiste il potere centralizzato, ma sono fondamentali i nuclei familiari.
Le norme, principalmente sono orali, anche se verbalizzare è negativo.
Fondamentale è la sacralità e il soprannaturale: culto per la terra, legame tra la terra e i morti, riti propiziatori: di fronte a ogni tipo di crisi (malattie, calamità, ecc., pubbliche o private) si consulta l'indovino; la risposta dell'indovino non soltanto fornisce una soluzione alla crisi, ma fa il punto sulla situazione “cosmologica” attuale chiamando in causa una grandissima varietà di forze agenti: forze umane, come stregoni e fattucchieri; forze subumane, come animali, demoni, spiriti maligni.
La persona era titolare dello status di libero o schiavo; proprietà: riti sacrali, la terra appartiene al gruppo, un singolo non può alienare, diritto di raccogliere frutti, diritti di utilizzo; contratto: scambio di prestazioni anche non patrimoniali; illecito: non penale, non civile, diversa vendetta, diversa reazione della società: se colpisce il singolo: legge del taglione, se colpisce il singolo: giudizio: prova per "ordalle": veleno per vedere se dice la verità.
Il potere politico è nelle mani del capo dello stato o del re. Influenze religiose: ebraismo, cristianesimo, islamismo (la sciaria tollera la tradizione).
Nel 1500 iniziano le conquiste coloniali: atti di diritto internazionale, il capo si sottometteva alla colonia chiedendo protezione.
Diritto africano attuale: recupero della tradizione, mancanza di fiducia nella democrazia (potere accentrato), lesioni alla tradizione. C'è anche da dire che le costituzioni adottate in Africa su modello europeo non hanno resistito alle sollecitazioni provenienti dalla profonda tradizione africana.
Chi ha rimesso a posto il diritto del luogo non sono stati dottori interni, ma provenienti da altri paesi.
 

L'imperialismo europeo in Africa


Numerose spedizioni vennero organizzate a partire dal 1420 dai portoghesi; fatte per  ampliare la conoscenza della costa africana in direzione sud ed anche per conquista, ricerca di potenziali alleati contro la minaccia islamica e speranza di scoprire nuove e lucrose rotte commerciali verso oriente. Ai portoghesi seguirono soprattutto gli inglesi, i francesi e gli olandesi, che sconvolsero i sistemi economici e politici esistenti e avviarono lo sfruttamento delle risorse delle regioni africane e la tratta degli schiavi (conquiste che durarono più di 500 anni).

Nel frattempo le aspettative delle nazioni africane per un migliore tenore di vita sono aumentate. Mentre il prezzo delle merci e di altri prodotti d'importazione è cresciuto costantemente, altrettanto non è accaduto per il prezzo sui mercati mondiali di gran parte dei principali prodotti africani.
Negli anni Ottanta la carestia e la siccità hanno colpito le regioni centrali e settentrionali del continente e milioni di profughi sono stati costretti ad abbandonare la propria patria in cerca di cibo, accrescendo i problemi dei paesi che li hanno accolti. Alla fine degli anni Ottanta e all'inizio dei Novanta il protrarsi di conflitti locali ha causato la destabilizzazione dei governi, l'arresto del progresso economico e la perdita di migliaia di vite umane. A causa delle sue precarie istituzioni e del protrarsi della grave crisi economica il peso politico internazionale dell'Africa è ulteriormente diminuito e sta vivendo da una parte un violento scontro di interessi economici e culturali tra gli Stati Uniti e la Francia, dall'altra il tentativo del fondamentalismo islamico di imporre la propria egemonia in vari paesi.

Tratto da DIRITTO PRIVATO COMPARATO di Beatrice Cruccolini
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