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Preambolo: che ci importa dell’innovazione?





Grafico 1: si fa uguale a 1 il valore del PIL pro capite nel 1800, valore rappresentato dalla linea retta orizzontale.

Pressione demografica sulle risorse: la popolazione mondiale non ha potuto crescere troppo (crescita al 3% = raddoppio popolazione in 30 anni) durante la rivoluzione pre industriale la crescita era allo 0,5 % perché se reddito procapite aumenta le persone si sposano prima, la donna ha più tempo per fare figli quindi più figli per donna. All’epoca la popolazione poteva aumentare ma se in un campo al posto di 5 persone ne metti 50 aumenti l’input lavoro ed hai un incremento decrescente. Prima si coltivavano solo le terre, prima le più fertili poi le meno fertili che però davano rendimenti minori. Mancava l’innovazione tecnologica che permettesse di estrarre più prodotto dalla terra. È chiaramente diverso arare il terreno con il bue che con il trattore. Tutto era limitato dalla possibilità di risorse procapite.

Il reddito pro capite nel corso di questi 3000 anni: fino al 1800 poca variazione, reddito uguale; ci sono piccole oscillazioni dovute per esempio a eventi come la peste nera attorno al 1300 perché la popolazione è diminuita e quindi c’è stato un aumento del Pil pro capite. Dal 1800 il reddito pro-capite sale esponenzialmente (guardiamo i paesi che si industrializzano, chi non si industrializza rimane indietro creando una grande divergenza in termine di reddito procapite e disuguaglianze tra paesi.
Trappola Malthusiana, la popolazione non poteva crescere perché non c’era prodotto e mancava l’innovazione tecnologica.

REDDITO PROCAPITE= PRODOTTO/POPOLAZIONE

La rivoluzione industriale è un tornante della storia, è l’inizio della crescita economica moderna come sostiene Kuznets che si è dedicato molto a studiare i processi di crescita: la crescita economica moderna inizia con rivoluzione industriale ed è caratterizzata da un aumento costante nel tempo di popolazione, crescita del lavoro e PIL. Il fattore decisivo è stata l’innovazione tecnologica che in quegli anni si trasforma da prodotto secondario e occasionale dell’attività economica in processo continuo.

Tratto da ECONOMIA DELL'INNOVAZIONE di Mattia Fontana
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