L'aumento del capitale nella sottoscrizione della s.p.a.

Con la riforma del diritto societario è stata introdotta un'eccezione in riferimento alla sottoscrizione in sede di aumento di capitale nell'esercizio del diritto di opzione sulle azioni proprie detenute in portafoglio:gli amministratori potranno esercitare il diritto di opzione a condizione che sussista una specifica autorizzazione assembleare e siano rispettate le condizioni poste in via generale per l'acquisto di azioni proprie.
La violazione del divieto in esame non determina l'invalidità tout court del negozio della sottoscrizione.
Si opera una distinzione fra sottoscrizione diretta e indiretta.
Nel caso di sottoscrizione diretta il negozio di sottoscrizione è valido ed efficace ma viene sottoposto ad una sorta di riqualificazione.
Le azioni sottoscritte in violazione del divieto si intendono sottoscritte e dovono essere liberate:
-in caso di sottoscrizione di proprie azioni in fase costitutiva,dai promotori o dai soci.
-in caso di sottoscrizione di proprie azioni in fase di aumento del capitale,dagli amministratori.
-in caso di sottoscrizione delle azioni della controllante da parte della controllata,dagli amministratori della controllata.
Nell'ipotesi della sottoscrizione indiretta di azioni proprie o della società controllante coloro che abbiano sottoscritto in nome proprio e per conto della società si considerano a tutti gli effetti sottoscrittori per conto proprio.
Diversamente dalla sottoscrizione l'acquisto di azioni proprie o della società controllante non è sottoposto a divieto ma a un regime di ammissibilità condizionata.
Il diverso trattamento trova giustificazione nella considerazione che la sottoscrizione ha ad oggetto le azioni in sede di emissione mentre l'acquisto riguarda azioni già precedentemente emesse e sottoscritte da soggetti diversi dalla società emittente.
Il legislatore quindi no ha esigenze relative alla formazione del capitale,bensì alla conservazione della sua integrità.