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Problematiche legate alla formazione del contratto

Se siamo tutti liberi ma non siamo uguali, le controparti – consumatori che si trovano di fronte una controparte di dimensioni enormi, che magari oltretutto è l'unica a poter offrire quel bene in un territorio vastissimo – corrono il rischio di essere sopraffatte: “libertà contrattuale” in alcune situazioni comporta che la parte più forte faccia leva sulla propria forza per costringere la parte più debole ad accettare condizioni capestro.
Si crea un problema di potenza contrattuale, e prima ancora un problema di potenza economica.
Questo profilo si coglie bene se si pensa ai rapporti bancari: un piccolo risparmiatore che vuole aprire un libretto di deposito a risparmio versandoci 1000 euro deve pagare le commissioni stabilite dalla banca, e riceverà interessi annuali nell'ordine dell'1-2% lordi. Tizio, che è facoltosissimo, può invece permettersi di richiedere alla banca la formulazione di condizioni contrattuali convincenti per effettuare un deposito di 3 milioni di euro. La banca non applicherà le stesse condizioni che applica al piccolo risparmiatore che deposita mille euro. La diversa potenza economica genera quindi una diversa potenza contrattuale. Di conseguenza, vi è la possibilità (o l'impossibilità) di pattuire condizioni più o meno vantaggiose.
In sintesi: se siamo tutti liberi si rischia che qualcuno sia libero anche di usare la propria forza per sfruttare delle condizioni capestro nei confronti della controparte, quando quest'ultima è un soggetto che per qualche motivo risulta essere in condizioni di inferiorità.
La visione liberista classica crea un quadro all'interno del quale sono necessarie delle misure correttive. Ovunque il diritto è intervenuto per cercare di correggere le storture.

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