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Interpretazione della norma giuridica

INTERPRETAZIONE DELLA NORMA GIURIDICA


Interpretazione = operazione con cui si chiarisce il significato della norma
L’interpretazione deve essere:
- Letterale → bisogna attribuire alla legge il senso fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione tra esse
- Logica → bisogna attribuire un significato che sia coerente con lo scopo a cui è diretta la norma per rispettare “l’intenzione del legislatore”

Interpretazione in base ai RISULTATI:
- Estensiva → la regola ha un campo di applicazione più esteso rispetto al significato letterale della disposizione
- Restrittiva → la regola ha un campo di applicazione più ristretto rispetto al significato letterale della disposizione

Interpretazione in base alla PROVENIENZA:
- Giudiziale → compiuta dal giudice in un caso concreto (non è vincolante per altri giudici, eccetto nel caso in cui la Cassazione rinvii la causa al giudice di 2° grado)
- Dottrinale → compiuta dai giuristi
- Autentica → compiuta dal legislatore con nuove disposizioni normative che prescrivono come interpretare disposizioni vigenti
Tante interpretazioni giudiziali formano le giurisprudenze

Interpretazione sistematica → criterio in base a cui si attribuisce il significato a una norma ponendola in relazione con le altre facenti parte dell’ordinamento giuridico.
Alla base di questo criterio vi è l’idea che il linguaggio usato dal legislatore sia coerente (significati uguale per termini uguali in contesti simili)

Giudice non trova disposizione normativa applicabile ad un certo caso:
- Analogia (ex legis) → utilizzo di disposizioni che regolano casi simili (sempre facendo riferimento alla funzione della norma che si vuole utilizzare).
L’analogia non si può utilizzare per leggi penali e per leggi eccezionali (stabiliscono un’eccezione a regole più generali)
- Riferimento ai principi generali dell’ordinamento giuridico (ex iuris) → i principi generali sono delle linee di tendenza, delle regole di contenuto molto ampio da applicare a casi non previsti dalla legge.
Spesso sono enunciati esplicitamente, a volte però sono impliciti
Clausole generali = regole a contenuto molto ampio (però queste si applicano a casi previsti dalla legge, ad esempio “buona fede”).
Esse permettono al giudice di tradurre la regola astratta in una regola più concreta adatta al caso che deve giudicare

Tratto da DIRITTO PRIVATO di Fabio Merenda
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