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I costi


L'impresa segue un procedimento a 2 fasi per determinare in che modo produrre una data quantità di output in maniera efficiente:
determina quali processi produttivi siano tecnologicamente efficienti perché essa possa produrre il desiderato livello di output con la minor quantità di input.
sceglie tra questi processi produttivi quello che sia anche economicamente efficiente per minimizzare i costi di produzione. Per determinare quale processo minimizzi i costi di produzione, l'impresa utilizza le informazioni concernenti la funzione di produzione e il costo dei fattori.
Ogni impresa che massimizzi il proprio profitto minimizza il proprio costo di produzione.

La Misurazione dei Costi.
Il costo economico. Gli economisti considerano tutti i costi rilevanti e considerano sia i costi espliciti che impliciti.
costi espliciti: pagamenti diretti effettuati dall'impresa per acquistare i fattori necessari al proprio processo produttivo durante un dato periodo di tempo (es: salari e stipendi, pagamento dei materiali)
Costi impliciti: relativi agli input senza un prezzo esplicito (es il valore del tempo  lavorativo del proprietario, e il valore di altre risorse utilizzate ma non acquistate nel periodo dato).
Il costo economico o costo opportunità è il valore del migliore impiego alternativo di una risorsa. Esso comprende sia costi espliciti che impliciti. Se un'impresa acquista e utilizza un input immediatamente, il costo opportunità di tale input è la somma versata dall'impresa. Se l'impresa utilizza un input prelevata dal proprio magazzino, il costo opportunità corrisponde a che cosa l'impresa potrebbe acquistare oppure che cosa potrebbe ottenere dalla vendita di tale input oggi.

I costi del capitale. Il capitale è un bene durevole, ossia un prodotto che si può utilizzare per parecchi anni.
Potrebbero sorgere 2 problemi nella misurazione del costo del capitale:
Allocazione dei costi del capitale nel tempo. Il capitale si può affittare (il pagamento del noleggio rappresenta il costo opportunità) o acquistare (si può registrare l'intera cifra pagata o ammortizzare sulla base del costo opportunità in ogni momento). A prescindere che l'impresa acquisti o noleggi il capitale si considera il costo opportunità di questo bene come un noleggio per periodo di tempo.
Variazione del capitale del tempo (costo attuale e storico). Un'unità di capitale potrebbe oggi avere un valore decisamente maggiore o minore rispetto al periodo in cui è stata acquistata. Per  massimizzare il proprio profitto, un'impresa deve misurare in modo appropriato il costo di un'unità di capitale, ossia il costo opportunità corrente del bene capitale e non ciò che essa ha pagato per acquistarlo (costo storico). Per l'impresa il costo opportunità corrente del capitale potrebbe essere inferiore a ciò che essa aveva pagato qualora non possa rivendere tale capitale (nel caso di sunk cost o costo irrecuperabile il costo opportunità è nullo)

I Costi di Breve Periodo
Per prendere decisioni che massimizzano il profitto, un'impresa deve sapere come varia il proprio costo all'aumentare del prodotto. Considerando che il costo di un'impresa aumenta al crescere del prodotto e che nel breve periodo alcuni fattori (come il capitale) non possono essere variati, ne consegue che per l'impresa è in genere più costoso incrementare il prodotto nel breve che nel lungo periodo, quando invece possono essere variati tutti gli input.
Le misure del costo nel breve periodo. Per produrre un dato livello di output nel breve periodo, un'impresa sostiene dei costi sia per gli input fissi che gli input variabili.
Il costo fisso F (fixed cost) è costituito dalle spese di produzione che non variano con il prodotto e comprende il costo degli input che non possono di fatto essere adeguati nel breve periodo (es: terra, fabbricato, attrezzature, etc).
Il costo variabile VC (variable cost) è costituito dalle spese di produzione che variano con la quantità di prodotto ottenuto: è il costo degli input variabili (quelli che l'impresa può adeguare per modificare il proprio livello di output, come lavoro e materiali).
Costo o costo totale: C (total cost): è la somma del costo variabile e del costo fisso dell'impresa
C = VC + F
Costo marginale: MC (marginal cost) è la quantità di cui varia il prezzo dell'impresa se essa produce un'unità in più di output
MC = ΔC/Δq
ΔC è la variazione del costo quando il prodotto varia di Δq. Poiché solo il costo variabile varia con il prodotto possiamo definire il costo marginale anche come la variazione del costo variabile derivante da un incremento unitario del prodotto:
MC = ΔVC/Δq
Un'impresa utilizza il costo marginale per decidere se sia vantaggioso modificare il proprio livello di prodotto.
Costo medio: le imprese utilizzano 3 misure del costo medio:
il costo fisso medio AFC: è il rapporto tra il costo fisso e le unità di output prodotte.
AFC = F/q
Esso diminuisce all'aumentare del prodotto perché il costo fisso viene suddiviso tra una quantità di unità sempre maggiori
Costo variabile medio AVC: è il rapporto tra il costo variabile e le unità di output prodotte
AVC = VC/q
Poiché il costo variabile aumenta con il prodotto, il costo variabile medio potrebbe aumentare o diminuire all'aumentare del prodotto.
Il costo medio o costo totale medio AC: è il rapporto tra il costo totale e le unità di output
AC = C/q

Esso è la somma del costo fisso medio e del costo variabile medio AC = AFC + AVC

Tratto da MICROECONOMIA di Alessia Chiovaro
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