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Dalla modernizzazione al neo liberismo


L'espressione neo liberismo fece la sua comparsa durante gli anni 80 con riferimento alle agende politiche di alcuni paesi, e in particolare il Cile  del dittatore Augusto Pinochet. L’agenda del dittatore fu tesa ad aprire il paese agli investimenti stranieri, alla deregolamentazione, alla privatizzazione delle imprese statali. Un simile programma di privatizzazione, di apertura dei mercati e di riduzione dell'ingerenza dello Stato nell'economia è stato perseguito anche in molti paesi del Nord. Dal punto di vista storico, il neoliberismo si afferma quindi negli anni 80, all'indomani della crisi dell'economia fordista. L'espressione neo liberismo si riferisce però a un insieme eterogeneo di fenomeni e significati; a questo proposito, è utile distinguere tre diverse accezioni: politica, economica e ideologica.

POLITICA: il presupposto è che la razionalità collettiva di un universo di attori che perseguono le finalità sociali sia preferibile a qualsivoglia forma di razionalità centralizzata. In altre parole, singoli individui o gruppi che si associano più o meno spontaneamente nel perseguire i propri obiettivi sono efficienti di qualsiasi governo.

ECONOMICA: il neoliberismo  auspica quindi l'espansione dell'economia di mercato, sia dal punto di vista geografico sia da quello quantitativo e settoriale.

IDEOLOGICA: il presupposto centrale del credo neoliberale è che le relazioni economiche, politiche e sociali si organizzino nel migliore dei modi attraverso l'interazione fra attori formalmente svincolati da imposizioni esterne e liberi di perseguire razionalmente i propri interessi, pur all'interno di un quadro condiviso di norme e regolamentazioni.
I principi di base del liberismo si rifanno a idee riguardanti l'importanza della libertà personale, difficilmente argomenti stabili e certamente seducenti. Nell'ideologia liberista, la libertà individuale è posta a rischio non solo da fascismo, dittatura è comunismo, ma anche dalle forme di intervento dello Stato nell'economia, che sostituiscono i servizi collettivi, ossia azioni di governo, alla libertà delle scelte individuali.

Tratto da PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO di Alessandro Remigio
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