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Fusione tra società


C’è stata recentemente una fusione fra compagnie aeree (British Airways ed Iberia): la motivazione alla fusione fra due compagnie di Stati differenti risiede non in un tentativo di fare efficienza sui voli all’interno dei Paesi di appartenenza.
Queste integrazioni servono per altre finalità: o finalità europee, o finalità internazionali.
Per finalità europee si intende una maggiore efficienza, una migliore razionalizzazione dei voli già solo fra i due Paesi, evitando voli in concorrenza.
Oggi che i trasporti sono globali il maggior risparmio è sui trasporti a lungo raggio, intercontinentali tra Europa e America, così come tra Europa ed Estremo Oriente.
Sono aerei grandi che hanno bisogno di tanti passeggeri e consumano molto carburante; di conseguenza si deve evitare che viaggino quasi vuoti.
Il futuro è di ridurre drasticamente i voli a lungo raggio: l’Italia è destinata ad avere pochissimi voli a lungo raggio, esclusi ovviamente i voli charter, che comunque saranno sempre pieni, su ordinazione delle agenzie turistiche.
Ieri c’è stato il consiglio di amministrazione della Telecom, successivo alla contestazione subita per le frodi fiscali.
Ieri è stato approvato il bilancio appostando nel bilancio stesso che si potranno avere in seguito obbligazioni a livello di sanzioni nei confronti del fisco.
Per evitare il commissariamento di queste società da parte della magistratura, Telecom ha deciso di coprire subito il valore della truffa, pagando i 300 milioni evasi più la sanzione, valutata intorno ai 120 milioni (sanzione ridotta in quanto Telecom ha pagato subito).
La società controllata ha effettuato un fondo oneri, un debito verso l’Erario pari a 420 milioni, perché prevede che l’IVA evasa più le sanzioni ammontino a 420 milioni.
Non si conosce difatti il conto preciso, perché deve essere quantificato dall’Agenzia delle Entrate: per ora il conto l’ha fatto solo la magistratura, e quindi l’ammontare è solo una stima.
La società controllante quindi nel suo bilancio dovrà svalutare la sua partecipazione nella Sparkle.
L’importo non sarebbe stato rilevante nel momento in cui ad esempio di fosse parlato di una cifra irrisoria in rapporto ai valori di bilancio (es. 1 milione di Euro).
L'Eurogruppo stanzia 30 miliardi alla Grecia sull'orlo della bancarotta. I ministri delle Finanze dei 16 paesi di Eurolandia hanno deciso di mettere a disposizione questa cifra «per il primo anno» cioè una specie somma di pronto intervento. La decisione è stata presa nel corso della teleconferenza che si è svolta oggi a Bruxelles. A questa quota si aggiungerà poi il contributo del Fondo monetario, una cifra che oscilla tra i 12 e i 15 miliardi e sarà counque definita nelle prossime ore. In tutto i prestiti in favore della Grecia ammonteranno a circa 45 miliardi. Il commissario europeo per gli affari Economici, Olli Rehn, ha detto che il tasso di interesse da applicare al prestito sarà «circa del 5%». Un tasso che «non costituisce una sovvenzione» ha precisato il commissario aggiungendo che è un po' più elevato di quello applicato dal Fondo monetario internazionale.
Il ministro delle Finanze greco George Papacostantinou ha accolto con soddisfazione l'accordo raggiunto dall'Eurogruppo sugli aiuti ad Atene, ma ha ribadito che il suo governo non ha al momento intenzione di approfittarne. «Continueremo a ricorrere ai prestiti del mercato» ha dichiarato in conferenza stampa Papacostantinou, mentre il suo primo ministro George Papandreu ha sottolineato di voler considerare il piano europeo come «una rete di sicurezza».
A dare la notizia del prestito è stato il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker, precisando che «il meccanismo è ora pronto a essere pienamente operativo» e che comunque la decisione di attivarlo non è ancora stata presa perché Atene non lo ha chiesto. «Gli Stati membri dell'Eurogruppo vogliono mettere a disposizione della Grecia dei fondi sotto forma di prestiti bilaterali» ha spiegato Juncker, il quale ha precisato che «tutti i Paesi membri» parteciperanno. L'Italia potrebbe così partecipare per un ammontare massimo di 5,5 miliardi di euro al meccanismo di prestiti bilaterali a sostegno della Grecia perché la somma che versa ogni paese è calcolata in base alla quota di capitale nella Banca centrale europea: quella dell'Italia è del 12,49 per cento.
La Germania garantirà 8,4 miliardi, la Francia 6,3, la Spagna 3,7, l’Olanda 1,7 e il Belgio 1,1.
Il Fondo Monetario Internazionale garantirà ulteriori 15 miliardi di euro, in aggiunta ai 30 miliardi garantiti dall’Eurogruppo.

Tratto da REVISIONE LEGALE DEI BILANCI di Andrea Balla
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