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Caratteristiche dell'ascesi



Convertirsi a sè nel senso della conoscenza significa instaurare certe forme di un sapere spirituale che riguarda l'ambito della mathesis. c'è poi l'aspetto pratico, askesis, non è la nostra ascesi o quella cristiana. Non bisogna rinunciare a sè, ma porre se stessi come fine della propria esistenza. Poi si tratta di dotarsi di qualcosa, una paraskeuè. Infine non c'è sottomissione alla legge, ma un legarsi alla verità. l'ascesi dunque da un lato mi permette di acquisire i discorsi veri di cui ho bisogno per gli eventi della vita. Dall'altro di diventare soggetto di tali discorsi veri e che viene da essi trasfigurato. Nella confessione cristiana c'è oggettivazione di sè attraverso un discorso vero. Nell'ascesi filosofica ci si ricongiunge a se come fine e oggetto di una tecnica di vita. bisogna far propria la verità, le cose che si sanno = diventare soggetti d'enunciazione del discorso vero. Prima forma di tale ascesi sono le pratiche di ascolto, lettura, scrittura, parlato. Cultura orale: bisogna saper ascoltare; l'ascolto permette a una cosa di conficcarsi nel soggetto. Ma Plutarco denuncia la natura ambigua dell'ascolto. l'udito è il senso più passivo. l'anima nell'ascolto è passiva, vedi ulisse. L'udito è il più pathetikos dei sensi. Vedi Platone e la musica. Ma plutarco dice pure che è il più Logikos dei sensi, perchè accoglie il logos meglio: la virtù dunque si apprende con l'udito.

Tratto da ERMENEUTICA DEL SOGGETTO di Dario Gemini
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