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AUTONOMIA


L’estetica del Settecento supera il paradigma antico secondo il quale un oggetto artistico deve essere costruito sulla base di un criterio di eteronomia ovvero l’oggetto deve fare riferimento ad una legge altra da sé che è la legge della natura la quale dopo essere stata identificata deve essere tradotta in un linguaggio numerico.

L’oggetto artistico antico sembra avere una libertà ridotta perché ha delle leggi da rispettare e l’infrazione di queste, causa il pericolo di uscire dall’arte, ovvero dall’insieme degli oggetti artistici in quanto fare arte significa fare qualcosa secondo le leggi.

La nozione antica di arte rappresenta un limite ma anche un’occasione in quanto spinge l’ingegnosità artistica ad arrivare ad un risultato notevole superando con successo la comparazione con la natura questo non significa che ogni oggetto nuovo debba essere una copia in quando seppure non deve ricercare un’originalità che sia sintono di un esercizio creativo, deve provare ad arrivare a uno sviluppo artistico ulteriore che perfezioni le leggi artistiche e naturali.

Oggetto trova le regole da altro da sé → principio di eteronomia

Oggetto trova in sé le proprie regole e abolisce la necessità di comparazione con altro da sè → principio di autonomia che domina la contemporaneità.

Hegel ha un ruolo cruciale quando si parla di autonomia dell’architettura tanto che afferma che l’errore consiste nel fatto che l’opera d’arte debba riferirsi ad atro che è posto come essenziale.

Autonomia significa che l’oggetto ha segue una legge ma è una legge data da se stesso per se stesso.


Tratto da ESTETICA DELL'ARCHITETTURA di Francesca Zoia
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