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Esplorazione della struttura familiare


Il terapista comincia a farsi un’idea della struttura familiare osservando l’ordine di successione in cui parlano i suoi membri. Osserva come i membri della famiglia si pongono in relazione l’uno con l’altro.    
Al tempo stesso il terapista sta programmando la sua prossima mossa. Pensa a strategie che più efficacemente possano spingere la famiglia a rivelare sé stessa. Finora la famiglia ha presentato una comunicazione “recitata” a una persona che ha accettato tale comunicazione senza sfidarla. Fino a questo punto il terapista ha risposto alle aspettative della famiglia,ora comincia a organizzare la famiglia in sottosistemi e a saggiarla più liberamente, guidato dalla sua valutazione della famiglia. Se ha osservato settori di disaccordo tra marito e moglie,può cominciare a saggiare, dirigendo i coniugi in modo da farli parlare l’uno con l’altro; oppure se c’è un problema tra madre e figlio può attivare quella diade.    
La famiglia opera con accresciuta intensità affettiva perché la situazione è dello stesso tipo di quella che esiste a casa.    
A questo punto, il terapista funziona come un regista teatrale: verifica le sue impressioni sul modo di funzionare della famiglia, sonda campi di disaccordo, osserva come il disaccordo è affrontato e anche come la famiglia risolve il problema; raccoglie inoltre informazioni per la sua prossima strategia, che può includere un altro componente nelle negoziazioni in atto, o esplorare una diade diversa.    
Nella sua esplorazione iniziale il terapista della famiglia è guidato dalla sua idea di una famiglia effettivamente funzionante, cerca i connotati di differenziazione, la delineazione di confini e la flessibilità. Ma cerca al tempo stesso i sistemi disfunzionali.

Tratto da FAMIGLIE E TERAPIA DELLA FAMIGLIA di Antonino Cascione
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