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Locazione della patologia psichica


Quando la mente è considerata in termini di “extracerebrale” e “intracerebrale”, localizzare la patologia di un individuo nella mente, non indica se è all’interno o all’esterno della persona stessa. La patologia può essere nell’individuo, nel suo contesto sociale, o nell’interazione tra i due.     
La terapia strutturale della famiglia si rifà a 3 assiomi:    
1. La vita psichica di un  individuo non è un processo totalmente interno: l’individuo influenza il suo contesto e ne è influenzato tramite costanti e ricorrenti sequenze interattive, l’individuo può essere visto come un sottosistema o una parte del sistema, tenendo però conto del tutto.    
2. I cambiamenti nella struttura familiare contribuiscono ai cambiamenti nel comportamento e nei processi psichici interiori dei componenti del sistema.    
3. Quando un terapista lavora con un paziente o con una famiglia che ha in cura, il suo comportamento diventa parte del contesto.    
Questi 3 assunti hanno sempre appartenuto al fondamento razionale della terapia, tuttavia non sono mai divenuti centrali nella prassi psicoterapeutica.    
Un esempio si può ricavare da concetti di modalità di pensiero paranoico, perché è proprio in questo campo che una comprensione del contesto del paziente è essenziale. Goffman ha rilevato che nei primi stadi di sviluppo della malattia il contesto sociale è complementare al paziente che sostiene la propria malattia: si costituisce una vera e propria comunità paranoica.    
Il pensiero e il comportamento paranoico possono anche essere attivati sperimentalmente mediante esperienze comunitarie. Nell’ ”esercizio di gruppo ampio” da 30 a 50 partecipanti sono seduti in cerchi concentrici, i membri della facoltà sono sparsi nei cerchi, silenziosi e impassibili, al gruppo viene dato un compito ambiguo: studiare il proprio comportamento. All’interno di questa struttura i partecipanti fanno affermazioni che non sono dirette a nessuno in particolare; a causa della disposizione, metà di essi sono di spalle e non possono vedere colui che parla. Non si sviluppa dialogo, le comunicazioni non sono convalidate da reazioni di conferma o dissenso. Si nota la rapida apparizione di sospetto e confusione sulla natura della realtà sperimentata, la ricerca di un bersaglio e infine la comparsa di capri espiatori nel gruppo o la definizione dei membri della facoltà come persecutori onnipotenti.     
E’ dunque evidente che l’esperienza  individuale dipende dalle caratteristiche idiosincratiche dell’individuo nel contesto di vita in cui si trova ad operare.
UN CASO CLINICO
Signora anziana vedova trasloca, compaiono sintomi paranoici, uno psichiatra voleva internarla, un terapista comportamentale capisce che il problema è causato da una “crisi ambientale” dovuta al trasloco e la aiuta a costruirsi un nuovo guscio, ad adattarsi al nuovo ambiente.

Tratto da FAMIGLIE E TERAPIA DELLA FAMIGLIA di Antonino Cascione
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