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Biografia di Filippo Tommaso Marinetti


Filippo Tommaso Marinetti nasce ad Alessandria d’Egitto il 22 dicembre 1876, e vive l’adolescenza nell’ambiente cosmopolita che si forma dopo l’apertura del canale di Suez.
Segue gli studi in un collegio di Gesuiti e consegue il diploma “bachelier” a Parigi, dove si era trasferito e dove collabora con diverse riviste letterarie.A Genova frequenta la facoltà di Giurisprudenza dove si laurea, il 14 luglio 1899, per compiacere il padre (Marinetti non intraprenderà mai la professione di avvocato).
Nel 1902 si trasferisce nuovamente a Parigi,dove pubblica il suo primo libro La conquete des étoiles; nel 1903 pubblica D’annunzio Intime e nel 1905 si trasferisce a Milano, dove fa uscire a sue spese la rivista Poesia, che attira collaboratori da tutta Europa. Nel 1905 viene rappresentato a Parigi Le Roi Bombance, dramma satirico prefuturista, con il quale l’autore anticipa i temi e i modelli del teatro futurista sintetico.
Nel 1908 vengono pubblicate le poesie La ville charnelle e gli articoli les dieux s’en vont.
Nel 1909 va in scena al Teatro Alfieri di Torino La donna e mobile, tratta dal dramma Poupées electriques. Il 20 febbraio 1909 Marinetti da una svolta al mondo letterario e culturale italiano ed europeo pubblicando, su Le Figaro il primo manifesto del Futurismo, che viene diffuso in Italia dalla rivista Poesia, da prefazioni di libri e da migliaia di volantini. A Parigi va in scena Le roi bombance, che però riceve critiche negative. Pubblica contemporaneamente in Italia e in Francia il romanzo africano Mafarka, dove esemplifica il programma esposto nel primo manifesto futurista.
Nel gennaio 1910 inaugura una delle prime serate futuriste, destinate a suscitare scandalo e clamore negli anni successivi. Nel 1911 pubblica Il manifesto del partito futurista Italiano e il Manifesto dei drammaturghi futuristi, e quindi partecipa alla guerra di Libia e successivamente si sposta sul fronte Bulgaro-Turco.
L’11 maggio 1912 pubblica il Manifesto tecnico della letteratura futurista, dove indica gli aspetti tecnici della composizione letteraria. In seguito pubblica Le monopole du Pape, la battaglia di Tripoli e il poema in parole libere zang-tumb-tumb, ispirato dall’assedio di Adrianopoli.  Attorno all’autore si raccolgono numerosi artisti che elaborano idee, compilano manifesti e dichiarazioni, promuovono incontri, organizzano mostre e serate teatrali, pubblicano opere ardite. Nel 1913 pubblica il Manifesto del teatro di varietà, che è da situare tra i testi più rivoluzionari dell’avanguardia storica europea. Nel 1915 pubblica il Manifesto del teatro futurista sintetico e Guerra sola igiene del mondo.
Nello stesso anno fonda i primi fasci politici futuristi a Roma, Ferrara, Firenze e Taranto. Nel 1919 partecipa, insieme ad altri futuristi, alla fondazione dei Fasci di Combattimento da parte di Mussolini, e poi interviene nella battaglia di Via Mercanti che si conclude con la distruzione della sede dell’Avanti. Nello stesso anno pubblica Democrazia futurista, 8 anime in una bomba, Elettricità sessuale, le mots en liberté futuristes e il romanzo Ventre di donna, scritto con Robert. Dopo un anno di collaborazione con Mussolini, esce dalla politica e si dedica esclusivamente alla diffusione del futurismo. Nel 1922 pubblica Gli indomabili e Gli amori futuristi. A Milano, nel 1923, si tiene il primo congresso futurista e vengono tributate onoranze nazionali a Marinetti.
Nel 1926 la compagnia del Teatro d’Arte diretta da Luigi Pirandello mette in scena il dramma Vulcano dello stesso Marinetti, pubblicato l’anno successivo.
Durante il regime fascista non riveste nessuna carica di partito o di governo, ma resta un amico fidato di Mussolini, che lo nomina membro dell’Accademia d’Italia appena inaugurata.
Nel 1929, assieme a numerosi altri artisti, da il via al periodo dell’Aeropittura, Aeroscultura e Aeropoesia futurista. Durante il Decennio si fa mecenate di diversi intellettuali perseguitati perché considerati antifascisti.
Nel 1931 pubblica Spagna Veloce, Toro futurista e Novelle con labbra tinte ed è la voce della radiocronaca del ritorno della squadriglia atlantico I Balbo. Nell’ottobre 1935 parte volontario per la guerra d’Etiopia, che ispirerà il poema africano Divisione 28.
Marinetti è poco amato dalle gerarchie fasciste che tuttavia, conoscendo l’ascendente che ha su Mussolini, gli concedono qualche spazio per gli artisti futuristi. In seguito, reagisce fortemente al tentativo dei filotedeschi italiani di seppellire come arte degenerata l’avanguardia italiana e interviene personalmente presso Mussolini perché la mostra nazista sull’arte degenerata non sia portata in Italia. Quando Mussolini entra in guerra al fianco di Hitler, Marinetti dissente, ma in pubblico ne sostiene la decisione. Nel secondo anniversario dalla dichiarazione di guerra pubblica Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana.
Il 27 giugno 1942 parte volontario per il fronte russo, ma ai primi freddi le sue condizioni fisiche lo obbligano a tornare a casa. Alla caduta del regime è a Roma, e vorrebbe incontrare Mussolini per proporgli un governo che rappresenti il superamento del fascismo, ma non riesce ad incontrarlo; nello stesso periodo scrive La grande Milano tradizionalista e futurista e Una sensibilità italiana nata in Egitto, che verranno pubblicate postume.
Nel settembre 1943 Mussolini fonda la Repubblica di Salò alla quale Marinetti aderisce ma non vi partecipa attivamente. Si trasferisce in seguito a Venezia con la famiglia, che poi decide di far trasferire in Svizzera, quindi si reca a Bellagio dove muore il 2 dicembre 1944 per un attacco cardiaco.
La notizia della sua morte fa il giro di tutto il mondo.

Tratto da FILIPPO TOMMASO MARINETTI di Silvia Lozza
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