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L'uomo in Spinoza



Spesso quando studiamo un filosofo dovremmo immaginare che tipo di libri avesse sul suo scrittoio. Su quella di Spinoza c'è Bruno, Cartesio e la Bibbia. Leggere le opere di Spinoza è un monumento per lo spirito. La sua è una scrittura, semplice, densa, sembra quasi arida, senza fronzoli, va al cuore dei problemi. Leibniz ha anche questa capacità, e si dice che è il filosofo della libertà, mentre Spinoza è il filosofo delle necessità. Spesso noi scriviamo le leggi della realtà secondo una nostra spiegazione antropomorfica, non oggettiva. Noi proiettiamo il mondo dei nostri desideri sugli altri e sulla natura. L'uomo libero è Spinoza, che non vive secondo le leggi delle sue appetizioni, ma secondo leggi della sostanza, l'uomo libero è l'uomo che vive secondo le leggi di Dio, espresse anche dalla natura, che è anch'essa Dio. Quello che è accaduto accade per legge di natura. "La mente e il corpo - scrive- sono una sola e medesima cosa, che viene concepita ora sotto l'attributo del pensiero, ora sotto l'attributo dell'estensione ". Si tratta di decidere. E qui Spinoza non sembra avere dubbi: bisogna spiegare l'essere umano in termini materialistici. Su tali premesse si impianta l'esame psico - antropologico dell'uomo condotto nell'Etîca. Spinoza ci di darà un ritratto assai severo dell'uomo, visto come una creatura piena di istinti. E l'unica maniera di esaminare gli eventi naturali, compresi i fenomeni psico - antropologici, è quello scientifico.

Tratto da FILOSOFI DELL'ETÀ MODERNA di Carlo Cilia
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