Natura dell'uomo e di Dio

Le proprietà che esprimono la differenza Dio-uomo sono all'inizio solo proprietà della natura. Dio (D) è l'essere onnipotente, che può quel che l'uomo non può, e gli ispira il senso della sua limitatezza. Dio è l'essere universale, uno ed identico, come uno ed identico è il sole o il cielo. D è l'essere incommensurabile, infinito, ma tale solo perchè il mondo, sua opera, è smisurato e infinito. Dio è l'essere sovraterreno e sovraumano, ma egli nella sua origine è l'essere supremo in senso spaziale e visivo. Anche il Dio cristiano ha sede in cielo. Dio è misterioso e inconcepibile, ma solo perchè lo è anche la natura. D governa sempre uguale a se stesso, secondo leggi immutabili, come stabilì: ma anche questa è la natura: immutabile e uniforme. Queste proprietà che derivano dalla contemplazione della natura divengono quindi proprietà astratte, così come la natura che diviene astratto ente di ragione. Quando l'uomo dimentica l'origine di Dio dalla natura, e Dio diviene solo un essere di pensiero, possiam dire che il Dio senza antropomorfismi è l'essenza della ragione (come per natura, così per la ragione..)
Dio come autore della natura è rappresentato come distinto da essa, ma il suo contenuto reale è la natura. Ciò che uno produce contiene la sua essenza. Ciò che è proprio della natura lo è dunque anche di Dio. Come per il movimento del cuore, meccanico, così la natura non è l'effetto di un essere spirituale, ossia volente o pensante. Se l'origine di qualcosa è sovrannaturale, dev'esserlo anche la sua prosecuzione. Ma l'uomo fa di volontà e intelletto (divini) la causa della natura solo quando si spiega tutto con ragioni umane, quando fa derivare da Dio le cose per lui inesplicabili. Ma se oggi abbiam scoperto che non è Dio a sostenere la terra, allora anche la causa prima del movimento sarà meccanica o naturale. Rinunciare alle cause seconde (vedi angeli e spiriti) ma lasciare le cause prime è contraddittorio.