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Caratteristiche dell'autointerpretazione dell'amministrazione

Caratteristiche dell'autointerpretazione dell'amministrazione


Dall'interpretazione autentica differisce l'autointerpretazione, che è la normale e quotidiana attività ermeneutica compiuta dall'amm. sui propri atti.
Passano gli anni e i funzionari (!!), ma l'atto rimane. Come interpretarlo? Anche l'amm. ha questa esigenza, proprio perché nella vita delle pubbliche istituzioni non devono intervenire soluzioni di continuità. Con l'autointerpretazione l'autorità provvederà ad interpretare i suoi atti, secondo le regole del processo ermeneutico predisposte per l'interprete dal diritto positivo.
È attività interpretativa che non si realizza con l'emanazione di un nuovo provvedimento: si limita a conoscere il significato di un precedente atto, utilizzando tutti quei mezzi interpretativi previsti per risolvere l'ambiguità o l'oscurità del precetto. Ad es. una clausola viziata: si salva il resto del provvedimento non mediante un riesame parzialmente demolitorio, ma con un semplice processo ermeneutico, applicando nella specie il principio di conservazione, quale canone di interpretazione.
In sede di autointerpretazione l'amm. agisce come qualsiasi altro soggetto interprete: impiegando gli stessi modelli e potendo ottenere gli stessi risultati. Con la sola differenza: si deve privilegiare l'impiego della prassi quale strumento interpretativo.
L'amm. segue in modo automatico la prassi, riconoscendole un ruolo eccessivo: c'è un convincimento che l'osservanza della prassi consenta l'individuazione del risultato interpretativo più rispondente e più favorevole agli interessi dell'amm.
Il fine è quello di predisporre dei modelli prefiguranti per le future interpretazioni da parte dei soggetti subordinanti, garantendo così l'uniformità dell'azione amm.
Anche se si tratta di un'attività interna all'amm., non cogente per i soggetti esterni e quindi non avente carattere vincolante, è trasparente la rilevanza che assume la prassi in tal modo codificata, quale precedente modello, cui si devono attenere le amm., per motivi gerarchici e per ragioni di unitarietà nella gestione dell'interesse pubblico.
Ma la tecnica del precedente trasforma la prassi da corretta pratica interpretativa per risolvere il caso dubbio in una meccanica ed automatica ripetizione di comportamenti, in cui sarebbe vano pretendere di rinvenire una congrua ponderazione degli interessi in gioco. Critica di Cavallo: si è abusato di questo strumento causando incertezze interpretative maggiori di quelle che si intendeva fugare.

Tratto da DIRITTO AMMINISTRATIVO di Beatrice Cruccolini
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