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L'impresa come intreccio di contratti


Tra le molte raffigurazioni dell’impresa elaborate da giuristi ed economisti, particolarmente incisiva è quella che la risolve in un intreccio di contratti; e in effetti, sia l’organizzazione dell’impresa sia lo svolgimento dell’attività sul mercato, si traducono principalmente nella conclusione di contratti.
Contrattuale è la collocazione di beni e servizi sul mercato; contrattuale è l’acquisizione della disponibilità dei fattori della produzione; contrattuali sono i rapporti con i clienti, i dipendenti e gli altri collaboratori.
Questa realtà in passato, e in taluni ordinamenti ancora oggi, si è spesso riflessa nella separazione delle regole dei contratti c.d. commerciali da quelle dei contratti c.d. civili e talvolta anche nella previsione di giudici speciali per le controversie in materia di contratti commerciali.
Nel nostro ordinamento, il codice civile del ’42 ha superato tale partizione designando una disciplina dei contratti comune e, almeno formalmente, indifferente al fatto che un determinato contratto sia stipulato o no nell’ambito dell’impresa.
Tuttavia è importante notare che la disciplina generale dei contratti e, ancor più, quella dei contratti speciali, sono caratterizzate da regole particolari che si applicano solo quando la vicenda contrattuale sia inserita nell’ambito dell’impresa.
L’attività di impresa è da tempo divenuta il centro della produzione e della diffusione della ricchezza.
All’impresa è affidato il soddisfacimento di quasi tutti i bisogni collettivi, ivi compresi quelli fondamentali.
Ne deriva che la specialità della disciplina della contrattazione d’impresa non è più limitata, come in passato, ad alcune regole funzionali all’esigenze degli imprenditori nell’ambito dei loro rapporti.
Hanno, invece, assunto rilievo preminente norme che tengono conto dello status delle parti, specie con finalità protettive di quelle deboli (per esempio, la normativa sui contratti fra imprenditore e consumatore oggi contenuta in via pressoché esaustiva nel codice del consumo).
La rilevanza dell’attività di impresa giunge addirittura, nei casi più estremi, a travalicare i confini negoziali: ne è esempio la normativa sulla responsabilità del produttore, nella quale, per i danni da difetto del prodotto, viene affermata, con regole di particolare tutela per il danneggiato, una responsabilità risarcitoria del produttore indipendente dalle vicende negoziali della circolazione del prodotto.
Coerente con questa linea evolutiva è il fenomeno della crescente internazionalizzazione dell’economia.
Le regole del commercio internazionale rivendicano sempre più l’autonomia dal diritto statale anche a riguardo ai soggetti chiamati a risolvere le eventuali controversie.
Il rapporto tra il contratto e l’impresa continua poi ad essere caratterizzato dal dato tradizionale per cui la seconda si pone come il principale “laboratorio” creativo dei contratti, proprio perché il costante adeguamento degli schemi negoziali è richiesto dalle sempre mutevoli esigenze dell’attività di impresa.

Tratto da DIRITTO COMMERCIALE di Stefano Civitelli
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