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L’imputabilità delle circostanze al reo


Per quel che riguarda l’imputabilità delle circostanze al reo la disciplina varia tra circostanze attenuanti e aggravanti.
Per le attenuanti è sufficiente l’imputabilità oggettiva, cioè si applicano per il solo fatto della loro esistenza.
Per le aggravanti occorre anche l’imputabilità soggettiva, cioè devono essere conosciute dal reo oppure ignorate per colpa.
Può capitare che più circostanze sussistano in uno stesso fatto criminoso.
Quando il concorso di circostanze è omogeneo, cioè le circostanze sono tutte aggravanti o tutte attenuanti:
- se sono tutte circostanze comuni si applicano tutte;
- se sono tutte circostanze speciali si applica quella che varia maggiormente la pena;
- se sono sia circostanze comuni che speciali si applica la più rilevante di quelle speciali e, sulla pena che risulta, si applicano tutte quelle comuni.
Quando il concorso di circostanze è eterogeneo, cioè le circostanze sono un po’ aggravanti e un po’ attenuanti, è il giudice che, col c.d. giudizio di bilanciamento, definisce prevalenti le aggravanti o le attenuanti oppure le ritiene equivalenti.
Il giudizio di bilanciamento non tiene conto della semplice quantità di pena aggravata o attenuata dalle circostanze, come una sorta di compensazione, ma valuta quali siano le circostanze che maggiormente influiscono a definire la gravità del reato.
Se prevalgono le aggravanti si applicano solo queste, se prevalgono le attenuanti si applicano solo queste, e se si equivalgono si applica la pena della fattispecie base senza circostanze.
Alcune fattispecie prevedono che un determinato evento costituisca aggravante.
In questi casi si applica la disciplina vista finora nonostante che l’evento aggravante, toccando direttamente l’offensività del reato, sembrerebbe meritevole di maggior rilevanza rispetto alle normali circostanze proprie.

Tratto da DIRITTO PENALE: PRINCIPI E DISCIPLINA di Stefano Civitelli
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