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La difesa contro il crimine e il garantismo individuale


Nella perenne dialettica tra “collettività” e “individuo”, tra “controllo sociale” e “garanzie”, la costante ricerca di un punto di equilibrio tra i due suddetti ordini di valori, entrambi essenziali per una civile convivenza, tra la posizione della “vittima” e la posizione del “reo”, è il problema politicamente e giuridicamente cruciale della moderne scienze criminali.
Problema che può trovare una risposta razionale qualora si muova da taluni punti fermi, dalla consapevolezza delle seguenti “costanti” criminologiche:
1.che tra difesa dei consociati contro il crimine e istanza garantista esiste una possibilità di tensione e, oltre certi limiti, di conflitto;
2.che, d’altro canto, la difesa sociale non può puntare alla totale soppressione, posto che sia possibile, della criminalità, ma soltanto alla riduzione della medesima a dimensione accettabile, ossia a quel punto di equilibrio che sta fra la indeterminata violenza di tutti contro tutti a quel drastico controllo omnicomprensivo che sfocherebbe, nel singolo, ogni libertà;
3.che i termini di soluzione del problema dipendono innanzitutto dal tipo di ordinamento, trovando l’istanza della difesa sociale la più drastica espressione negli ordinamenti totalitari o autoritari e l’istanza garantista il più ampio riconoscimento negli ordinamenti pluralistici, a seconda altresì che questi siano a loro volta ad impronta utilitaristica o personalistica;
4.che esiste, comunque, un rapporto di proporzione inversa tra andamento della criminalità e garantismo, in quanto ad ogni consistente aumento della criminalità e quindi di richiesta di difesa sociale fa, immancabilmente, riscontro un’attenuazione delle garanzie;
5.che d’altro canto, per l’elementare principio di reazione, un garantismo unilaterale, in funzione innanzitutto della tutela degli autori e non anche delle potenziali vittime del reato e dimentico che “valore” è non soltanto il “reo” ma anche e non meno la “vittima”, ha come ricorrente conseguenza un successivo ritorno, sotto la spinta del conseguente aumento della criminalità, alla intimidazione-repressione e l’attenuazione delle garanzie penali;
6.che, comunque, l’ideale di un ordinamento personalistico è di mantenere il vanto di contenere ogni criminalità restando sempre nell’ambito del rispetto dei diritti della persona umana: di rispettare la persona, anche se colpevole, nella sua dignità e di non usare oltre la necessità strutture e atteggiamenti che ostacolino la sua, pur non sempre agevole, riabilitazione.
Il cruciale punto di equilibrio tra difesa sociale e garantismo, la delicata sintesi delle posizioni giuridiche della vittima e del reo, debbono costituire la costante ricerca di una coerente politica criminale in tutti i settori del diritto penale: del fatto, della personalità, delle conseguenze.
Le oscillazioni emozionali tra garantismo-indulgenzialismo ed intimidazione-repressivismo rendono, in ultima analisi, l’opera del legislatore e della giustizia penale dannosa ai fini sia di una efficace difesa del cittadino contro la criminalità sia della conservazione delle fondamentali garanzie del cittadino contro i pericoli della politica criminale: alla vittima e al reo.

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