Provvedimenti sommari-semplificati-esecutivi privi di attitudine al giudicato

Prima di passare ad analizzare il settore delle cosiddette funzioni giurisdizionali non necessarie, è opportuno svolgere una precisazione che si rivelerà di particolare utilità nel prosieguo dell’indagine.
Si sono individuati nel processo a cognizione piena (destinato a sfociare nel giudicato formale e sostanziale), nella tutela cautelare e nella tutela esecutiva i caratteri essenziali ed ineliminabili della tutela giurisdizionale.
Quanto detto circa l’importanza della cognizione piena e del giudicato nell’ambito della tutela giurisdizionale dei diritti, non significa rendere coessenziale alla giurisdizione contenziosa il giudicato nel senso che le manifestazioni della prima debbano sempre contemporaneamente mirare alla realizzazione del secondo.
La necessità che il diritti devono sempre potere essere fatti valere in processi a cognizione piena con attitudine a giudicato non esclude affatto che il legislatore, nella sua discrezionalità, senza contrastare in modo alcuno il valore della cognizione piena e del giudicato, possa prevedere che taluni specifici diritti possano essere fatti valere anche in processi sommari-semplificati destinati a concludersi in provvedimenti che, alla stregua dei titoli esecutivi di formazione stragiudiziale, abbiano efficacia esecutiva, ma siano privi di qualsiasi efficacia preclusiva propria del giudicato: così che l’accertamento in essi contenuti potrà, alla stregua di quanto accade nel settore sistematicamente contiguo dei titoli esecutivi di formazione stragiudiziale, sempre essere rimesso in discussione in un futuro processo a cognizione piena.
Nell’ambito di questa categoria potrebbero essere fatti rientrare una serie di procedimenti ora variamente inquadrati nell’ambito della tutela camerale dei diritti, della giurisdizione volontaria, dei procedimenti sommari decisori, ecc…