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Grandi traumatismi: Precipitazione


È rappresentata dal passaggio di un corpo privo di appoggio da un piano superiore ad uno inferiore, per azione della forza di gravità.
I meccanismi lesivi si realizzano sia per l’urto del corpo contro il piano d’arresto, sia a causa della repentina decelerazione che lo stesso subisce.
In tal caso l’arresto del corpo nella sede di impatto non si accompagna all’arresto simultaneo di tutti gli organi interni, i quali proseguono per inerzia il loro movimento subendo lacerazioni o rotture a livello degli apparati di sostegno.
Si possono schematizzare tre tipi fondamentali di precipitazione:
a. precipitazione cefalica, con elettiva concentrazione della lesività in ambito cranico-cervicale;
b. precipitazione podalica, caratterizzata da fratture multiple degli arti inferiori e del bacino, del rachide, talora fratture ad anello della base cranica;
c. precipitazione su tutta la lunghezza del corpo, nella quale si osservano fratture costali multiple, frattura di arti, fratture delle ossa pelviche e craniche.
Caratteristica è la sproporzione tra l’entità delle lesioni esterne e la gravità delle lesioni interne, soprattutto quando la superficie d’urto è pianeggiante.
Difficilmente l’esame necroscopico può fornire elementi decisivi al fine di dare corso all’ipotesi delittuosa, salvo che non si rinvengano segni di colluttazione o, in generale, di violenza.

Tratto da MEDICINA LEGALE di Stefano Civitelli
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