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Criminalità ed età


Per quanto riguarda la distribuzione dei delitti per classi di età, le ricerche concordano nel rilevare che la delinquenza, come più in generale la devianza, è statisticamente un fenomeno più tipicamente giovanile.
La delinquenza, sia in termini di fatti criminosi sia in termini di soggetti condannati, è percentualmente superiore tra le classi di età più giovani (18-30 anni) rispetto alle classi più vecchie.
La tendenza alla criminalità aumenta attraverso l’età puberale fino a raggiungere il suo culmine tra i 20-25 anni, restando pressoché costante all’incirca fino ai 40 anni, per poi declinare rapidamente fin verso i 60 anni e cessare pressoché completamente con la vecchiaia.
Anche per quanto riguarda la distribuzione dei tipi di delitti per classi di età, l’età rappresenta un fattore selettivo, variando anch’essi in rapporto alle varie classi di età.
Innanzi tutto, i reati contro il patrimonio (ad eccezione delle frodi) sono commessi in età più precoci rispetto ai reati contro la persona, dimostrando le statistiche che l’omicidio e le lesioni volontarie sono più frequenti tra i giovani adulti e nelle età superiori.
Mentre gli atti osceni con donne e la violenza carnale sono tipici dei più giovani, gli atti di libidine su minori e l’esibizionismo sono più frequenti negli ultraquarantenni.
La criminalità dei vecchi si estrinseca, oltre che nella aggressività verbale (diffamazione, ingiuria), nei reati sessuali, per la comparsa di fenomeni involutivi psicopatologici.
Esiste, infine, una correlazione fra recidivismo ed età di commissione del primo reato: i gravi recidivi sono in genere soggetti che hanno iniziato precocemente la loro carriera criminale.
Ciò sia perché le anomalie più gravi e persistenti della personalità a base biologica si manifestano fin dall’adolescenza; sia perché le condizioni ambientali e familiari sfavorevoli, presenti in età giovanile, possono provocare stabili anomalie della personalità; sia perché la precoce emarginazione negli istituti correzionali può portare ad una stabile strutturazione della personalità in senso oppositivo-rivendicativo contro la società.
I delinquenti tardivi sono rappresentati, oltre che da quei rari idealisti che si ribellano alla legge perché vengono a trovarsi di fronte a problemi politici e sociali che sconvolgono la loro concezione morale della vita, da quei soggetti che delinquono per motivi comuni, avendo incontrato solo ad età avanzata difficoltà economiche o sessuali.

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