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L’educatore e le situazioni di sospetto maltrattamento e abuso ai danni dei minori


A partire dall’inizio degli anni novanta, il progressivo aumento di consapevolezza da parte dei servizi territoriali circa i fenomeni del maltrattamento e dell’abuso all’infanzia ha portato le differenti professionalità coinvolte a ridefinire e ad articolare la propria metodologia di intervento, al fine di rispondere in modo più adeguato ai bisogni dei minori-vittima e delle loro famiglie.
Nel delicato lavoro con i minori mal trattati, gli educatori si trovano coinvolti anche nella rilevazione che precede l’allontanamento del minore dal nucleo familiare in seguito al decreto da parte del Tribunale per i minorenni: in questa fase è sempre più frequente il coinvolgimento di servizi come l’educativa territoriale, i centri e le comunità diurne per minori.
Le segnalazioni di presunto maltrattamento o di abuso giungono al servizio sociale attraverso differenti canali e con modalità diversificate: alcune segnalazioni possono provenire dalla scuola o da altri servizi educativi, quando ad esempio, gli insegnanti o altre figure educative esprimono preoccupazione per il livello di sofferenza espresso da un bambino oppure manifestano difficoltà a gestirne i problemi comportamentali. Altre situazioni problematiche possono essere già conosciute dai servizi, a seguito di interventi assistenziali ed educativi pregressi rivolti al nucleo familiare.

Tratto da L'EDUCAZIONE DIFFICILE di Anna Bosetti
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